Il prezioso patrimonio tessile rappresentato dagli otto arazzi di Marsala e da alcuni paramenti sacri del 1500 si appresta ad avere una collocazione stabile e adeguata.
La Soprintendenza dei Beni Culturali di Trapani, infatti, ha stipulato il contratto per l’avvio del cantiere finalizzato al recupero e all’adeguamento della Chiesa del Collegio dei Gesuiti di Marsala, destinata a ospitare il Museo degli Arazzi.
Un prestigioso spazio culturale, dunque, sorgerà nel territorio della cittadina ricca di monumenti e luoghi d’interesse e nota soprattutto per la produzione dell’omonimo vino liquoroso DOC.
“Con la consegna dei lavori di riqualificazione e adeguamento della Chiesa del Collegio – sottolinea l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – si definisce un importante percorso che condurrà alla realizzazione del Museo degli Arazzi e completerà l’offerta culturale della provincia di Trapani“.
“Qualificare gli spazi culturali, adeguarli alle nuove esigenze e attivare una circolarità che metta in relazione tra loro le esperienze culturali esistenti – aggiunge l’esponente dell’esecutivo Musumeci – è un modo di custodire l’anima più profonda della nostra terra, i valori su cui si fonda la storia millenaria della Sicilia”
Non solo: la nuova realtà museale, infatti, consentirà una lettura unitaria del racconto espresso nelle scene raffigurate dagli otto arazzi fiamminghi.
Senza dimenticare il valore dei paramenti intessuti in seta e ricamati in oro appartenuti a Monsignor Antonio Lombardo.
L’ arciprete di Marsala, vescovo di Mazara e di Agrigento e arcivescovo di Messina, nato nel 1524 e morto nel 1595, li donò infatti alla Matrice.
E fu proprio l’alto prelato di origine marsalese – che ebbe un ruolo fondamentale anche nella realizzazione del Collegio dei Gesuiti – a regalare a Marsala gli otto arazzi fiamminghi, opera pregiatissima e unica nel suo genere, che descrive la presa di Gerusalemme da parte dei romani.
Gli arazzi – 350 cm di larghezza per 500 cm di altezza – raccontano la guerra tra Romani e Giudei del 66 dopo Cristo.
Nonostante il riferimento storico sia ben preciso, le scene si prestano ad un’interpretazione di tipo allegorico: gli episodi narrati, infatti, non rispettano la cultura ebraica e romana del tempo.
Essi richiamano piuttosto costumi, riferimenti e oggetti legati al periodo della realizzazione dei manufatti (tardo 1500) utilizzandoli come metafora per accedere alla clemenza di Filippo II nei confronti dei Calvinisti olandesi.
Il nuovo Museo accoglierà dunque gli arazzi imperiali di Bruxelles che, a partire dal 1589, appartengono al patrimonio della Chiesa Madre di Marsala alla quale furono lasciati per testamento dal Monsignore.
La leggenda narra che durante una tempesta la Regina d’Inghilterra Maria I Tudor, figlia di Enrico VIII, avesse trovato riparo nel porto di Marsala. Sembra che la nobildonna sia stata ospitata in quell’occasione proprio da Monsignor Antonio Lombardo, uomo di fede e di cultura.
Successivamente Maria Tudor si sposò con Filippo II e divenne regina di Spagna e di Sicilia. Il tentativo di esimere la città lilibetana dal pagamento di pesanti tassazioni imposte dal trono iberico vide impegnato con successo il Vescovo marsalese.
L’alto prelato fu insignito anche della nomina di cappellano regio e ricevette, prima del rientro in patria, la collezione degli otto arazzi come compenso per i servigi prestati a corte.
La nuova struttura, progettata dall’architetto Luigi Biondo, si inserisce tra le iniziative di valorizzazione dei luoghi dell’arte e della cultura che in Sicilia il governo guidato da Nello Musumeci sta portando avanti.
Il progetto di restauro della Chiesa, con la sua individuazione quale Museo degli Arazzi, beneficia delle risorse del PO FESR SICILIA 2014-2020.
Gli interventi rientrano nelle azioni previste del Patto per il Sud per la valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali.
Gli obiettivi sono la salvaguardia e la conservazione del patrimonio regionale, oltre all’ incremento dell’attrattività turistica dei luoghi.
Ad aggiudicarsi i lavori per un importo di 1.837.999,55, l’Associazione Temporanea d’Imprese costituita dalla I.CO.SER. s.r.l. e dalla D’Alberti Costruzioni s.a.s.
Il Museo sarà dotato dei necessari impianti di stabilizzazione della temperatura e dell’umidità per evitare il deterioramento delle fibre. Attualmente gli arazzi, oggetto di lavori di restauro, si trovano a Palermo presso l’Oratorio dei Bianchi.