Il cognato di Andrea Bonafede: «Spero che lo arrestino presto»

Roberto D’Alfio si chiede come mai il cognato ancora non sia stato arrestato: «I figli sono sotto choc e abbiamo paura di dire la verità all’anziana mamma»

andrea bonafede

Nei servizi andati in onda in questi giorni sui tg nazionali si sono visti tanti cittadini di Castelvetrano e Campobello di Mazara intervistati sull’arresto di Messina Denaro. Spesso hanno evitato di rispondere alle domande poste dai giornalisti oppure se ne sono usciti con un veloce «Non so nulla». In contrasto con gli atteggiamenti omertosi dei suoi concittadini, non può essere ignorata la posizione del cognato di Andrea Bonafede, l’uomo che ha ceduto documenti e identità reale al super latitante.

Parla il cognato di Bonafede

«Io spero che lo arrestino presto», ha detto al Messaggero Roberto D’Alfio, il marito della sorella  del geometra che finora è solo indagato. «Anzi ─ ha aggiunto il cognato di Bonafede ─ non mi spiego perché ancora non l’hanno fatto. Se avessi saputo che frequentava questa persona l’avrei denunciato io. E mi chiedo perché non l’abbia fatto lui, fin dal primo momento che è stato contattato per offrire questo servizio a un uomo che doveva finire in galera già molto tempo fa. Se non si fosse prestato avrebbe garantito un futuro sereno alla famiglia. Invece adesso i figli sono sotto choc e abbiamo paura di dire la verità all’anziana mamma».

Foto Fanpage

CONTINUA A LEGGERE