Proseguono le indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro e sulla possibile rete di fiancheggiatori che avrebbe supportato il boss, arrestato lo scorso 16 gennaio, a Palermo. Nell’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, i carabinieri del Ros hanno rinvenuto numerosi documenti sanitari: referti, fatture e prescrizioni risalenti anche a prima del 2020, l’anno in cui con certezza il capomafia si è trasferito nel centro trapanese e ha subito un intervento per il cancro al colon all’ospedale di Mazara del Vallo.
Matteo Messina Denaro lasciava il suo numero di telefonino ai vari medici con cui aveva via via a che fare. Pare che ne avesse diversi e la Procura di Palermo sta ricostruendo gli spostamenti del boss proprio mediante i tabulati telefonici delle varie sim, che sarebbero differenti da quelle trovate nel covo di Campobello. Analizzando le celle agganciate i carabinieri del Ros stanno lavorando, insomma, ad una sorta di mappatura che illustri gli spostamenti del capomafia e la sua rete di contatti.
Matteo Messina Denaro, la rabbia in carcere: “Ai tg solo balle su di me”