Matteo Messina Denaro in carcere grazie all’operazione “Tramonto”, il nome è legato ad una bambina vittima delle stragi

Nadia Nencioni, 9 anni, scrisse e illustrò la poesia “Il tramonto” in un normale giorno di scuola. Dopo tre giorni fu uccisa nella strage dei Georgofili

tramonto

“Tramonto”: è questo il nome dell’operazione che ha assicurato alla giustizia il boss Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993. I carabinieri del Ros, nella mattina del 16 gennaio, l’hanno arrestato a Palermo, nei pressi della nota clinica “La Maddalena”, dov’era in cura per un tumore al colon. Poche ore dopo, la scoperta del covo a Campobello di Mazara; un’abitazione in vicolo San Vito (ex via Cv31), dove i militari hanno ritrovato abiti e profumi costosi, un arredamento “ricercato”, Viagra e preservativi. E dove si spera di rinvenire qualcosa di più che elementi che destano curiosità. “Perquisizioni e accertamenti sono in corso – ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, Fabio Bottino -. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni“.

La strage dei Georgofili

Mentre le indagini vanno avanti, dunque, ecco che il nome assegnato all’operazione rimanda ad una dolorosa pagina della storia italiana, quella della strage dei Georgofili. Era la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993 quando un’autobomba esplose a Firenze proprio in quella strada non distante dalla Galleria degli Uffizi.

277 chilogrammi di esplosivo che provocarono la morte di cinque persone, tutte giovanissime. C’erano Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, 39 e 31 anni rispettivamente, insieme alle figlie Nadia, di 9 anni, e Caterina, di appena 50 giorni di vita. E poi uno studente 22enne, Dario Capolicchio. Una quarantina di persone rimasero ferite. Un atroce fatto di sangue che turbò il nostro Paese in quegli anni cruenti e che si lega al nome di Matteo Messina Denaro. 

Per la cattura del padrino di Castelvetrano, dunque, non a caso si è scelto il nome “Tramonto”. È il titolo della poesia che la piccola Nadia tre giorni prima della sua improvvisa e prematura morte aveva scritto. 

“Il pomeriggio
se ne va.
Il tramonto si avvicina,
Un momento stupendo,
il sole sta andando via (a letto).
È già sera, tutto è finito.”

“Il tramonto”, la poesia di Nadia ad attendere il boss

La piccola Nadia frequentava le scuole elementari. La sua poesia saltò fuori dalle macerie dell’esplosione che le strappò la vita brutalmente ed è sopravvissuta al tempo. È stata riprodotta per raccontare la vicenda nelle scuole. È stata incisa sul monumento commemorativo eretto nel giardino pubblico davanti alle finestre della sua casa a La Romola. E pare che, stando a quanto riportato da La Repubblica, sia giunta fino a sotto gli occhi del boss dopo la cattura. Matteo Messina Denaro, giunto all’hangar dopo l’arresto, avrebbe infatti trovato appeso al muro il quadretto con la poesia della piccola Nadia Nencioni.

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“Aver usato la poesia “Tramonto” di Nadia come titolo dell’operazione che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro è un simbolo, un bel segnale che viene dato a tutti, non è solo una carezza alle due bambine, nostre nipoti”. Così lo zio Luigi Dainelli ha commentato la notizia. 

“Non so dire se qualcuno di loro, dei carabinieri, scegliendo la parola “Tramonto” abbia voluto ricordare le bambine e aver voluto richiamare attenzione sulle vittime dell’attentato di Firenze, o se si sia voluto anche interpretare qualcosa di più, forse pure il tramonto personale del boss Matteo Messina Denaro che viene segnato dal suo arresto”, ha aggiunto.  “Questo non lo so, ma so che al di là di tutto, facendo così, c’è stato un pensiero di investigatori e inquirenti dedicato alla strage di Firenze. Speriamo che Messina Denaro si decida a parlare, a dire la verità completa sulle stragi. Noi speriamo che con questo arresto si possa saperne di più”.

Foto da Facebook 

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