“Vogliamo abolire il reddito di cittadinanza e come previsto dalla legge dal 15 giugno partirà la raccolta ufficiale di firme. Ma vogliamo soprattutto cambiare il mondo del lavoro per i più giovani”. Lo scrive sul proprio profilo Facebook il segretario di Italia viva, Matteo Renzi.
A fargli eco è il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato. “Il reddito di cittadinanza è uno strumento sbagliato, va riscritto tutto. Siamo al paradosso che spendiamo un sacco di soldi ma ci sono poveri senza aiuto, disoccupati senza proposte di lavoro, aziende senza lavoratori, più lavoro nero. Ci vogliono più soldi per la lotta alla povertà, risorse direttamente alle aziende che assumono, più soldi in busta paga a chi lavora” conclude Rosato.
Il reddito di cittadinanza, introdotto con decreto-legge 28 gennaio 2019, è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari. Qualora tutti i componenti del nucleo familiare abbiano età pari o superiore a 67 anni, oppure se nel nucleo familiare sono presenti anche persone di età inferiore a 67 anni in condizione di disabilità grave o non autosufficienza, assume la denominazione di Pensione di Cittadinanza (PdC).
L’Inps, tramite la pubblicazione dell’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza, fa sapere che nei primi quattro mesi del 2022 i nuclei beneficiari di Reddito e Pensione di Cittadinanza sono 1.522.879 con 3.362.180 persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 558,17 euro. Revocato il beneficio, tra gennaio e aprile 2022, a 23.794 nuclei e sono decaduti dal diritto 158.617 nuclei. Ad aprile 2022 i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza sono 1.387.454, mentre i nuclei beneficiari di Pensione di Cittadinanza sono 135.425. La gran parte delle famiglie risiede al Sud e nelle Isole con 783.924 nuclei e 1.851.446 persone coinvolte (590,61 l’importo medio in queste Regioni).