“Palermo Monamour”: omaggio alla città di Mauri Lucchese

L’opera è arricchita dalle foto di Marco Torcivia

Il pittore palermitano Maurizio Lucchese, in arte Mauri

Pagine e immagini che descrivono una città in continuo fermento. Palermo ritratta nella maestosità dei capolavori artistici di tutte le epoche ma anche quale capitale mondiale di una gastronomia che racconta le stratificazioni dei popoli che l’hanno abitata nel corso del tempo. Arabi, greci, romani, fenici, svevi, angioini e aragonesi che, con il loro avvicendamento, l’hanno arricchita culturalmente e urbanamente, rendendola unica al mondo. C’è tutto questo, e molto di più, in “Palermo Monamour” opera di Mauri Lucchese che si configura come un vero e proprio ricettario storico illustrato.

Il libro si arricchisce delle fotografie di Marco Torcivia, delle poesie e della prefazione di Ketty Tamburello
Testi di Mauri Lucchese e foto di Marco Torcivia

Una delle pubblicazioni più esaustive dedicate alla città negli ultimi anni: non a caso, l’autore, tra i massimi esponenti della cultura palermitana, è un conoscitore attento e profondo della storia del capoluogo siciliano, e alterna l’attività letteraria a quella artistica e pittorica.

Pubblicato da Ma.Lu. Edizioni, il libro si arricchisce della bellissima prefazione a cura di Ketty Tamburello, che conduce lo spettatore attraverso un itinerario sensoriale dove trionfano i sapori e le suggestioni visive.

Gelati, gelo di melone, arancine: il trionfo della palermitanità, quello che echeggia anche attraverso l’urlo dei mercanti “abbanniaturi” – oggetto di un’altra pubblicazione dello stesso autore – alla Vucciria, al Capo e a Ballarò.

Il lettore, grazie alla fervida descrizione già contenuta nelle pagine introduttive di Ketty Tamburello – autrice di alcune poesie a conclusione – si immerge in un paesaggio urbano dove svettano, con la loro bellezza, la borgata marinara di Mondello e il verde lussureggiante dell’Orto Botanico, la fulgida architettura del Teatro Massimo e la Fontana del Garraffo in piazza Marina.

Nell’itinerario ci sono le Chiese, San Giovanni degli Eremiti, San Giovanni dei Lebbrosi, la Martorana, la Magione, Porta Nuova e la Zisa, in un crescendo descrittivo che restituisce al lettore il senso della magnificenza di Palermo.

LE FOTO DI MARCO TORCIVIA

L’ appeal di “Palermo Monamour”, oltre che nei testi, è racchiuso nelle immagini di Marco Torcivia. Un professionista della fotografia che ha dato un contributo importante anche a un altro libro di carattere storico e culturale a cura dello stesso Mauri Lucchese, “La Real Palatina”.

Una sinergia, quella tra Lucchese e Torcivia, che ha funzionato bene anche nella realizzazione del libro “Cannoli express” che vede il fotografo quale co-autore. La Cala, il Villino Florio, Palazzo dei Normanni, i Quattro Canti e piazza Bologni, i Teatri Massimo e Politeama, Villa Giulia e l’Oratorio dei Bianchi: sono solo alcuni dei luoghi e dei tesori cristallizzati nelle fotografie di Marco Torcivia.

Oltre agli scorci e ai monumenti, il professionista palermitano ha immortalato anche i personaggi del centro storico e delle borgate cogliendone la tipicità. Il tutto, all’insegna della naturalezza, della spontaneità e della luce naturale: i tratti distintivi del suo approccio alla realtà e alla quotidianità. Ci sono il panettiere, il venditore di fichi d’India, il meusaro, il focaccere: volti che il palermitano riconosce come elementi imprescindibili della propria appartenenza territoriale e della propria identità.

CENNI SULL’ AUTORE

Maurizio Lucchese, in arte Mauri Lucchese, è nato a Palermo nel 1958 da una famiglia alto – borghese. La passione e curiosità per l’arte si manifestano dall’infanzia e lo accompagnano nel corso degli studi. Dopo il diploma al Liceo Artistico consegue la laurea presso l’Accademia di Belle Arti e, negli anni, entra in contatto con il mondo dei grandi maestri siciliani. Oltre a Renato Guttuso, del quale è stato allievo, ha conosciuto personaggi quali Bruno Caruso, Pippo Bonanno, Pippo Madè, Vincenzo Vinciguerra, Giovanni De Simone, Maurilio Catalano, Totò Sammataro, Totò Bonanno e Turi Allotta. Grandi nomi dai quali ha attinto quei segreti della pittura che ne hanno fatto un artista autorevole e apprezzato: al suo attivo, oltre cinquanta personali e numerose collettive.

Nel corso degli ultimi anni, ha assunto la direzione artistica dell’ Auditorium “Padre Angelo Cantons” della Parrocchia Santa Maria Regina Pacis, uno spazio dove si organizzano mostre di carattere religioso. Nel 2015 e nel 2016 ha donato al Comune di Palermo due tele, che raffigurano “Ballarò” e “La Vucciria”. Entrambe si trovano a Villa Niscemi.

Ha pubblicato, oltre a “Palermo Monamour”, “La Real Palatina“, “Caravaggio e dintorni” “Cannoli express” e “Abbanniaturi – i mercati storici di Palermo“.