Sale con estrema velocità il numero di aggressioni nei confronti di medici. Venerdì 8 luglio una pediatra di Villa Sofia era stata avvicinata con fare minaccioso da un uomo e una donna; qualche settimana prima, un medico della stessa struttura era finito nel mirino di un gruppo di persone, riportando una frattura delle ossa nasali. Domenica 10 luglio, infine, nel reparto di Gastroenterologia del Policlinico di Palermo la furia di due uomini ha investito il medico di guardia. L’uomo si è visto addirittura scaraventare una scrivania addosso.
Non si tratta che degli ultimi tre episodi di una lunga lista, che denota un’emergenza in atto. A sottolinearlo è Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani. “Condanniamo gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari che stanno diventando all’ordine del giorno nei nostri territori, non sono mai accettabili in nessun caso – si legge in una nota -. Ma non basta la solidarietà: serve guardare alle cause non ai sintomi e creare una comunicazione più efficace tra chi percepisce un bisogno e chi lavora per soddisfarlo. La saturazione del sistema sanitario che non sempre è in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini mettendo a rischio gli addetti ai lavori, è una ‘bomba ad orologeria’ pronta a scoppiare“.
“Appare scontato esprimere a tutto il personale sanitario coinvolto le nostra vicinanza per i gravi episodi accaduti. Siamo e saremo sempre contro ogni forma di violenza e aggressione nei confronti dei lavoratori, e contro i soprusi e il mancato rispetto delle regole. Crediamo anche, che con maggiore enfasi del passato, occorre pensare all’opportunità, soprattutto dentro i pronto soccorso, ma anche nei luoghi ‘caldi’ della sanità con alta affluenza di utenti, di istituire una figura di mediazione che aiuti a veicolare le richieste dei pazienti e delle loro famiglie in maniera efficace. Forse quello di un ulteriore filtro fra utenti e operatori sanitari, potrebbe essere una delle strade percorribili per stemperare possibili episodi di aggressività”.
“Il nostro ruolo di sindacalisti e osservatori delle dinamiche, credo ci imponga di guardare anche al contesto – prosegue La Piana -. Da un lato il paziente con le sue problematicità, che vengono acuite spesso da uno stato immediato di bisogno e che ‘riscalda’ gli animi, rispetto alla richiesta di un’osservanza di regole che garantiscono giustamente il diritto di tutti. Dall’altro il personale medico e non, che sta vivendo in questo periodo un livello di stress emotivo e fisico che dall’inizio della pandemia poco si è fermato; per una situazione professionale percepita come logorante e stressante, dal punto di vista psicofisico con tutte le conseguenze associate”.
Per il segretario generale della Cisl Palermo Trapani “forse è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e non pensare più a fatti isolati”.
“Forse quello che si vede è il sintomo di una causa che sta a monte del sistema e che da diverso tempo la Cisl con le sue federazioni evidenzia. Serve più personale e soprattutto che i cittadini percepiscano il rapporto con le strutture ospedaliere in modo differente“.
La Piana conclude. “Per fare questo e quindi per ridurre l’uso improprio da parte degli utenti dei servizi ospedalieri e spesso dei pronto soccorso serve un sistema sanitario rinnovato nuovo più diffuso ed efficace sul territorio anche di provincia, che parta da basi differenti e che aiuti le persone ad avere servizi di cura di prossimità e soprattutto, il più possibile, un’assistenza di tipo domiciliare in senso lato. Solo così si potrà pensare di ridurre gli accessi agli ospedali solo dopo che si sono effettuate le altre strade di cura. Altrimenti racconteremo una storia che ciclicamente si ripeterà”.