Messina, ritrovata una necropoli. La Soprintendenza occupa i terreni

Una ditta specializzata si occuperà dei lavori di esplorazione archeologica

A Messina è stata ritrovata una necropoli

Una scoperta straordinaria, che restituisce elementi fondamentali per la ricostruzione storica delle estensioni e delle tipologie funerarie della città di Messina.
Durante i lavori di scavo per la realizzazione di un edificio di civile abitazione è stato ritrovato un settore della più ampia necropoli ellenistico-romana degli Orti della Maddalena del II secolo avanti Cristo.
Una “sorpresa” che contribuisce ad arricchire il quadro delle conoscenze della necropoli dell’antica città.
Lo scavo, avviato nel mese di gennaio 2020, ha permesso di riportare in luce sette sepolture che si trovavano a novanta centimetri di profondità.

I RITROVAMENTI

La necropoli si inserisce in una più vasta e stratificata area, documentata da ricerche sistematiche condotte nell’ultimo ventennio dalla Soprintendenza di Messina.
Le sepolture ritrovate sono lunghe e strette, dette a “fossa terragna”, scavate nel terreno.
All’interno sono stati ritrovati gli scheletri ancora intatti dei defunti.
Inoltre, erano posizionati all’interno di una cassa di mattoni, con le braccia distese lungo i fianchi, in posizione supina.
Gli scavi hanno portato alla luce anche oggetti di corredo funerario.
Tra essi, unguentari fittili fusiformi oltre a una coppa “megarese” e una lucernetta con becco a incudine che consentono di individuare il periodo di utilizzo della necropoli nel II secolo avanti Cristo.

L’ ENTUSIASMO DELLA SOPRINTENDENZA

“Il ritrovamento è di straordinaria importanza – afferma l’architetto Mirella Vinci, soprintendente ai Beni culturali della città dello Stretto – per le condizioni in cui si trovano le tombe”.

L'architetto Mirella Vinci
L’architetto Mirella Vinci, soprintendente ai Beni culturali di Messina


“Tutto ciò – prosegue – ci consente di ampliare la conoscenza sulle tipologie funerarie della necropoli meridionale dell’antica città di Messina”.
“Proprio in considerazione dell’importanza del ritrovamento – conclude – abbiamo effettuato un’occupazione temporanea dei terreni e consegnato i lavori di esplorazione archeologica a una ditta specializzata”.
Le attività di approfondimento avranno inizio il 19 aprile.

LE DICHIARAZIONI DELL’ ASSESSORE

“Si tratta di un importante ritrovamento – sottolinea il titolare dei Beni culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà – che si realizza a poche settimane di un analogo ritrovamento a Marsala”.
“Ancora una volta – spiega – tombe inviolate rappresentano la ricchezza del territorio e l’importanza degli scavi come elemento per la ricostruzione della nostra storia“.