Morte Candida e Leon, l’avvocato: “C’è responsabilità da parte dei medici”

Il legale ritiene che il caso sia stato gestito male dal personale della clinica Candela

palermo

Si cerca di fare luce sul caso di Candida Giammona, morta a Palermo la notte tra il 30 e il 31 gennaio subito dopo aver partorito presso la Clinica Candela. Durante il tragico evento, aveva perso la vita anche il figlio Leon, appena venuto alla luce. La nostra redazione, che aveva già ascoltato lo zio di Candida in merito alla vicenda, ha raccolto le dichiarazioni dell’avvocato Giuseppe Incardona, legale della famiglia di Candida Giammona.

Giuseppe Incardona, avvocato della famiglia Giammona
Relativamente al caso di Candida, quale sarebbe la versione dei fatti della famiglia?

La tesi della famiglia è che, una volta giunti in clinica, loro non hanno avuto notizie. Avevano ricevuto un messaggio dalla moglie, inviato alle 00.30, in cui si specificava che il parto sarebbe stato cesareo. Dopo di ciò, i familiari si sono recati in clinica per ricevere novità. Da lì hanno avuto soltanto un contatto con dei medici intorno alle 3.30, che hanno cercato di spiegare la situazione in un modo che tutto sembrava tranne che una spiegazione. Non hanno dato accesso, ne notizia. Poi è arrivata l’ambulanza e i parenti hanno ricollegato il fatto alle condizioni di Candida“.

Il bambino è stato trasferito in un’altra struttura prima della madre?

Si, appena nato è stato subito portato al Civico, mentre la signora al Buccheri La Ferla. Il pensiero e il dubbio atroce della famiglia è che qualcosa non sia stato gestito in modo adeguato“.

Ci sarebbero quindi delle responsabilità da parte dei medici indagati?

Si, certo“.

Vi trovate in disaccordo con la versione dei fatti della clinica?

Certo, la scienza medica in materia di parto è molto avanzata. In determinati casi viene previsto anche l’imprevisto. Se non si è gestito o si è gestito male, ciò può diventare fatale. Se, si era rotto l’utero, avrebbe potuto partorire con un cesareo. Secondo la versione della clinica, il bambino non si sarebbe salvato a causa dell’assorbimento del liquido amniotico“.

In un’intervista rilasciata al nostro giornale, Domenico Alario, zio di Candida, ha dichiarato che loro sono riusciti ad avere notizie solo con l’arrivo delle forze dell’ordine. Lei conferma?

La notte, tra le 3 e le 6, a causa della mancanza di notizie, è stata la madre di Candida a chiamare le forze dell’ordine”.

La Procura ha aperto un’inchiesta. Lei ha avuto accesso alle cartelle cliniche?

“E’ tutto sequestrato. Nessuno ci può mettere mano. Anche se sappiamo bene che le cartelle portano la grafia di chi le ha compilate, ovvero i soggetti che sono indagati. Questo è il limite che abbiamo noi come parte offesa, ma anche la Procura”.

L’autopsia è stata già fissata?

“E’ stato fissato l’affidamento dell’incarico per giorno 4 febbraio, anche se non si sa ancora quando sarà eseguita”.