Morte Cinzia Pennino: la Procura ha disposto il sequestro degli organi
Un primo medico si era rifiutato di vaccinare l’insegnante
La procura di Palermo, nella persona del PM Giorgia Spiri, ha disposto il sequestro degli organi di Cinzia Pennino, insegnante dell’istituto Don Bosco morta a Palermo poco più di due settimane dopo la prima somministrazione del vaccino Astrazeneca. Si occuperà delle indagini, seguite dalla dottoressa Antonietta Argo, il commissariato Oreto Stazione.
A determinare il provvedimento, che prevede anche l’analisi di alcuni campioni del corpo, un’istanza mossa dai legali della famiglia della donna. Nei giorni successivi al decesso della docente, infatti, gli avvocati della famiglia Pennino avevano presentato un esposto e un’istanza di accesso all’Aifa e all’Asp di Palermo. Il tutto al fine di approfondire le dinamiche sulla distribuzione del vaccino e le procedure mediche ad esso connesse.
La famiglia di Cinzia Pennino ha incaricato come consulenti di parte due professori dell’Università degli Studi, Paolo Procaccianti di Palermo e Lucio Di Mauro di Catania. Quest’ultimo ha seguito come medico legale anche la vicenda legata alla morte del militare Stefano Paternò, deceduto lo scorso 9 marzo, anche lui in seguito alla prima somministrazione del vaccino Astrazeneca.
PUNTI OSCURI SUL VACCINO DI CINZIA PENNINO
“È una prima risposta concreta rispetto alle richieste dalla famiglia e alla necessità di fare chiarezza sulla vicenda. Il commento degli avvocati Raffaella Geraci e Alessandro Palmigiano – Per ciò che abbiamo ricostruito Cinzia Pennino era in ottima salute fino alla data della somministrazione e risulterebbe quindi evidente un rapporto causa-effetto tra il vaccino e la trombosi che ne ha causato la morte”.
Ciò che si vuole capire è se vi siano specifiche responsabilità alla base del decesso dell’insegnante, che non aveva alcuna patologia pregressa. In particolare, si vuole fare luce sul perché un primo medico, che avrebbe dovuto vaccinare la donna il 7 marzo, si è rifiutato di effettuare l’iniezione. “In quell’occasione, – spiegano gli avvocati – il medico ha deciso di non somministrarle il vaccino AstraZeneca, probabilmente perché ha ritenuto che fosse in sovrappeso, né il Pfizer o un altro tipo di siero e di non riprogrammare l’appuntamento”.
L’episodio era avvenuto presso l’hub della Fiera Del Mediterraneo, lo stesso nel quale invece qualche giorno dopo, l’11 marzo, Cinzia Pennino aveva trovato un altro medico con il quale si era regolarmente vaccinata.
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