Grande apprensione nelle ultime ore ha suscitato la vicenda del piccolo Domenico Bandieramonte, 4 anni, la cui storia è stata resa nota dalla madre, Ambra Cucina, attraverso un video postato su Facebook (GUARDA QUI). La giovane donna, in preda all’angoscia, ha dichiarato di parlare da Taormina, dove il figlio si trovava ricoverato e si stava svolgendo l’iter per la dichiarazione di morte cerebrale.
La donna aveva lanciato un accorato appello alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarla. Aveva così raccontato le drammatiche vicissitudini di Domenico, portato a fine giugno al Garibaldi di Catania per quello che sembrava essere un semplice virus intestinale.
La situazione è tuttavia degenerata coi giorni (QUI IL RACCONTO DELL’INTERA VICENDA). La famiglia da Catania è finita quindi a Messina e poi a Taormina. Le condizioni di salute di Domenico sarebbero andate via via peggiorando, in un quadro per il quale la madre accusa la condotta errata di due presidi ospedalieri di Catania. Secondo il suo racconto, il piccolo avrebbe contratto un’infezione da batterio Enterococco che avrebbe coinvolto tutti gli organi. “Mio figlio aveva tutti i vaccini fatti, il virus l’ha preso in ospedale”, dichiara la donna nel video.
L’ultima tappa del piccolo Domenico è stata l’ospedale “San Vincenzo” di Taormina. “I medici, qui veramente competenti, sono riusciti a salvare il cuore – ha raccontato la madre-. Ma il cervello di mio figlio non sta più funzionando, gli è venuto un’edema cerebrale. Se non sarà buono l’ultimo elettroencefalogramma i medici dichiareranno la morte cerebrale di mio figlio. Ma perché succede questo? Ho portato mio figlio in ospedale per un virus intestinale e ora sta per morire“.
A quanto si apprende, Domenico sarebbe spirato proprio mentre erano cominciate le procedure per la dichiarazione di morte cerebrale. Attualmente la salma è sotto sequestro.
“Voglio giustizia per mio figlio, e voglio che emerga la verità”, ha dichiarato la donna. Dall’ospedale San Marco di Catania, da lei accusato, non hanno voluto rilasciare alcune dichiarazione sulla vicenda.
La giovane, nata a Lampedusa e trasferitasi a Catania in seguito alle nozze col marito, ha altri due figli piccoli.
“Mio figlio stava bene – ha dichiarato oggi – non posso credere che ora non c’è più. Lo avevo portato al pronto soccorso che vomitava e aveva mal di pancia, una semplicissima intossicazione. Me lo hanno ucciso, lo hanno devastato. Dal primo momento in cui gli hanno infilato in gola un sondino, non si è capito più nulla e non l’ho più potuto vedere. Mi hanno anche trattato male, come se fossi come una stupida. Non ho potuto neanche stare accanto a Domenico durante i suoi ultimi momenti di vita“.