La difesa di Daniele Mondello, marito e padre di Viviana Parisi e del piccolo Gioele, non ci sta alla richiesta di archiviazione del caso sulla morte della madre e del figlio, avvenuta tra le campagne di Caronia nell’agosto 2020. Gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti, con la collaborazione del team di consulenti composto dal criminologo Carmelo Lavorino, il medico legale Antonio Dalla Valle, lo psicologo forense Enrico Delli Compagni e le antropologhe forensi Nicolina Palamone ed Angelica Zenato hanno presentato una lunga relazione per opporsi alla richiesta di archiviazione del caso. “Un depistaggio”, è questo il pensiero della difesa della famiglia Mondello.
“Non vi è stato alcun atto aggressivo di Viviana Parisi nei confronti di Gioele Mondello come invece ritenuto dalla richiesta di archiviazione. Sicuramente la donna non si è suicidata, non vi è alcuna sua precipitazione dal traliccio dell’Enel D59 né volontaria né procurata, in quanto non ha avuto nessun contatto e non vi si è arrampicata“. Questo è quanto si legge in una parte della relazione, come riportato dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.
Qualcuno ha piazzato sul luogo del ritrovamento dei due corpi le scarpe di Viviana e Gioele e il calzino della donna, per depistare. “Una combinazione criminale che ha depistato, composto la scena, messo in posa i corpi e le scarpe delle due vittime. Se Viviana si fosse buttata dal traliccio, l’altezza di caduta, come ipotizzato dalla polizia scientifica di Catania, dovrebbe essere di almeno 8 metri; questo è impossibile perché la donna, non poteva arrampicarsi, per di più senza scarpe, e perché le fratture sono di una caduta da 2- 3 metri“. Il prossimo 21 settembre comunicherà la sua decisione sull’utilizzo da parte della difesa della strumentazione Laser 3D, per effettuare altri esami sui corpi di Viviana e Gioele. La Procura aveva respinto tale richiesta.