Musumeci, De Luca, Minardo: parte la corsa alle regionali nel centrodestra

La coalizione deve ancora sciogliere le riserve in vista del prossimo turno di Amministrative nel 2022. Una cosa è certa: l’unione dei partiti della coalizione.

centrodestra siciliano

Manca poco più di un anno all’appuntamento delle elezioni Regionali. Una stagione politica, quella del 2022, con molte date da segnare in rosso e a cui il centrodestra siciliano guarda con con un certo interesse, giustificato dai sondaggi che danno il tris Berlusconi-Salvini-Meloni in vantaggio sul piano nazionale. Se da una lato però, l’unione partitica non è messa in discussione anche in Sicilia, d’altra parte bisognerà trovare una sintesi sul candidato alla presidenza. Scranno a cui ambisce certamente Nello Musumeci. Il governatore ha già dichiarato la sua volontà di ripresentarsi nella prossima tornata elettorale. A tal proposito, ha già invitato tutti i partiti della maggioranza ad un confronto.

Dibattito in cui si è inserito un terzo soggetto, il gruppo di Attiva Sicilia. Il movimento di cui fanno parte gli ex transfughi del Movimento 5 Stelle, guidato da Angela Foti, ha palesato la sua volontà di sostenere il presidente uscente in un incontro avvenuto proprio con Musumeci. Un incontro è stato siglato un “Patto di fine legislatura” su precisi punti programmatici che vedono la convergenza tra il governo regionale e il gruppo parlamentare. “Nell’ultimo scorcio di legislatura deve prevalere l’interesse collettivo su quello degli schieramenti – sottolinea Foti -. Per questo motivo abbiamo avanzato al presidente della Regione alcune proposte di riforma sulle quali è stata trovata convergenza e che ci vedranno impegnati, in Commissione e in Aula, con spirito di lealtà e di servizio”

Una presa di posizione che consente a Musumeci di poter quantomeno pensare di allargare la base a sostegno di una sua possibile candidatura. Se Diventerà Bellissima è ovviamente una certezza inviolabile su cui contare, anche a Forza Italia e ai centristi il suo nome non dispiace più di tanto. Ma la Lega e Fratelli d’Italia potrebbero avere altre idee, dettate anche dal cambio di asse politico sul fronte nazionale.

LA LEGA LANCIA NINO MINARDO, LE ALTERNATIVE NEL CENTRODESTRA

Un Musumeci che però dovrà intanto risolvere la grana Sanità. Nelle ultime settimane è stato lanciato l’hashtag #iostoconrazza. Un messaggio social che promuove la riassegnazione della delega all’ex assessore dimissionario. Una volontà rappresentata anche dallo stesso governatore etneo, anche se la possibilità di virare su altri nomi non è ancora da escludere. Il tassello potrebbe infatti essere un passaggio chiave nella sua ricandidatura, in particolare nell’interlecuzione politica con alcuni importanti attori del centrodestra, come Gianfranco Miccichè e Nino Minardo.

Ed è proprio negli ambienti della Lega che il nome di Nino Minardo riecheggia già da diverso tempo. Dopo lo smacco rimediato allo scorso turno di Amministrative isolano, il parlamentare è subentrato a Stefano Candiani. Il deputato modicano può contare su un largo consenso, dettato anche dalla riorganizzazione del partito. E’ indubbio infatti che l’ala palermitana con Vincenzo Figuccia, Igor Gelarda ed Alessandro Anello, sta organizzando una profonda ramificazione sul territorio, coinvolgendo anche la provincia. Una candidatura, quella di Minardo, che sarebbe di puro stampo politico e mossa dall’interlocuzione all’interno del soggetto di Matteo Salvini.

CATENO DE LUCA: IL TERZO INCOMODO

Ma sempre vicino all’area leghista, può nascere un oppositore mediatico decisamente più ostico per Nello Musumeci. Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha da poco annunciato la sua volontà di candidarsi alla presidenza della Regione. Una presa di posizione che ha spiazzato diversi attori del centrodestra, persino quelli leghisti. Un De Luca versione “Scateno”, con critiche a pioggia nei confronti degli ultimi governatori. “Crocetta è stato una iattura, Musumeci una sciagura perché non ha realizzato in tre anni una sola riforma: rifiuti, lavori pubblici, appalti, bilancio, capacità di spesa. Tutta colpa sua? A Oxford si dice il pesce puzza dalla testa. Musumeci e compagni ragionano con la logica del Parlamento come la casa di Gesù, come entri non vuoi uscire più”.

Più di una dichiarazione di guerra quella del sindaco di Messina, che in passato non ha lesinato critiche nei confronti del governatore uscente. Una personalità esplosiva e difficile da controllare ma che, in questo periodo di pandemia, ha assunto una certa forza dal punto di vista mediatico. Chiaro è che le parole focali della futura dialettica schermistica in seno ai vari partiti saranno due: sintesi e confronto. Il candidato sarà deciso di concerto con tutti gli attori in causa. Ed ‘è per questo che la volata tirata da Cateno De Luca ha sorpreso più di un interessato, che non si aspettava una simile decisione da parte del primo cittadino peloritano. Tra l’altro, in caso di conferma della candidatura, De Luca dovrebbe dimettersi dal ruolo di sindaco almeno sei mesi prima delle regionali, quindi all’inizio della prossima primavera, con relativo turno di amministrative nel capoluogo peloritano fissato nel 2023.

LO STATO DELL’ARTE DEI PARTITI DELLA COALIZIONE

Tanti quindi i punti di domanda, che stimoleranno sicuramente l’agone politico. Una cosa è certa: il passaggio di consegne alla guida della coalizione, avvenuto a livello nazionale, fra Forza Italia e la Lega non si è ancora concretizzato in Sicilia. Basta guardare ai numeri dell’Ars. Il gruppo azzurro può contare sulla flotta più nutrita di deputati regionali, con quattordici elementi capace di coprire quasi tutto il territorio isolano. Al contrario, la Lega ha a disposizione solo tre deputati regionali (Orazio Ragusa, Antonio Catalfamo e Vincenzo Figuccia). Un asse che pende quindi ancora dal lato di Gianfranco Miccichè, anche se il futuro potrà certamente riservare cambiamenti.

A cominciare dal ruolo di Fratelli d’Italia nell’Isola. Il partito di Giorgia Meloni sta scalando le classifiche dei sondaggi a livello nazionale, il che avrà sicuramente defli effetti sull’Isola. Un soggetto politico il cui centro di gravità tende verso inevitabilmente verso la Sicilia Orientale, con Salvo Pogliese mattatore politico della situazione. Il sindaco di Catania, che non ha mai nascosto la sua amicizia con il suo collega di Messina De Luca, dovrà comunque bilanciare gli interessi del partito e della coalizione di centrodestra. Su Palermo invece le fila sono ancora corte e ci sono ampi marrgini di inserimento. Fattore evidenziato anche dall’ingresso di Stefano Santoro fra le fila di Fratelli d’Italia a Palermo, in uscita da una Lega in cui non si ritrovava più. Il movimento di Giorgia Meloni, a Sala delle Lapidi, può contare soltanto sue due consiglieri, anche se di forte esperienza (Girolamo Russo e Francesco Scarpinato).

PALERMO LABORATORIO POLITICO DEL CENTRODESTRA PER LE REGIONALI

Un elemento di riflessione per le prossime amministrative, ma anche e soprattutto per le comunali a Palermo del 2022. Il capoluogo, anticipando di qualche mese le elezioni regionali, rappresenta un laboratorio politico non di poco conto per tutte le forze politiche. Trovare una sintesi nella quinta città d’Italia significa trovarlo anche per l’intera isola. Un accordo sul quale gli attori del centrodestra stanno già lavorando un pò, con la redazione del futuro programma. Quel che è certo è che la partita è ancora aperta su entrambi i fronti. Prossimo step il momento di confronto previsto fra Nello Musumeci e la sua maggioranza previsto per l’11 giugno.