No a pizzeria col nome di Falcone a Francoforte: la sentenza dopo il ricorso della sorella del giudice
Maria Falcone: “È una sentenza che ristabilisce il senso del rispetto. Ci sono nomi e argomenti sui quali non è possibile ironizzare, scherzare e tantomeno speculare a fini commerciali”
Non potrà utilizzare il nome di Giovanni Falcone per la sua pizzeria, pena un’ammenda fino a 250. 000 euro o una condanna fino a sei mesi di reclusione. Così hanno deciso i giudici di Francoforte in relazione alla vicenda del ristoratore Constantin Ulbrich, finito nella bufera due anni fa per avere chiamato il suo locale “Falcone e Borsellino”.
I muri della pizzeria presentavano le riproduzioni di fori di proiettili. Ulbrich aveva inoltre appeso la celebre foto di Tony Gentile che ritrae insieme i due giudici assassinati nel 1992, e accanto l’immagine di don Vito Corleone del celebre film “Il Padrino”.
PIZZERIA COL NOME DI FALCONE A FRANCOFORTE: LA SENTENZA
Una scelta che non era piaciuta a Maria Falcone, sorella del giudice ucciso dalla mafia e presidente della Fondazione che porta il suo nome. Da lì il ricorso per inibire al commerciante l’uso del nome di Falcone.
In primo grado l’istanza era stata respinta. “Falcone ha operato principalmente in Italia e in Germania è noto solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori e non alla gente comune che frequenta la pizzeria”. Così aveva scritto il tribunale, che sosteneva anche che, dopo trent’anni, il tema della lotta alla mafia non fosse più così sentito tra i cittadini.
I giudici di appello di Francoforte sul Meno hanno tuttavia ribaltato la sentenza di primo grado. Nei giorni scorsi, dunque, la corte ha disposto il divieto di uso “della denominazione commerciale ‘Falcone’ da sola o come parte di una denominazione commerciale, in particolare come nome della pizzeria ‘Falcone e Borsellino’, su insegne, menu, materiale pubblicitario, su internet, su Facebook e su Instagram nell’ambito dell’attività commerciale”.
“NOMI E ARGOMENTI SU CUI NON SI IRONIZZA”
“È una sentenza che ristabilisce il senso del rispetto. Ci sono nomi e argomenti sui quali non è possibile ironizzare, scherzare e tantomeno speculare a fini commerciali“. Così ha commentato Maria Falcone, ringraziando i legali Rodolfo Dolce e Angela Bonacina che l’hanno assistita.
La corte inoltre riconosce che Maria Falcone abbia una legittima pretesa al diritto alla richiesta di risarcimento in base al diritto al nome e al diritto alla personalità post mortem. “La violazione del diritto alla personalità post mortem del giudice Falcone da parte di atti commerciali discutibili perché contrastano con la sua vita e il suo lavoro è fondamentalmente da approvare”, scrivono infine i giudici.