Noto spende cifra enorme per statua dedicata a seppie: ma è made in Japan
Un curioso caso di omonimia geografica dimostra come nel Paese del Sol Levante, l’equivalente del “recovery fund” può essere investito nella statua di un megacefalopode
Si chiama Noto, ma non è la cittadina siciliana capitale del Barocco. È un paese di pescatori che sta facendo discutere, anche qualche suo abitante, perché ha deciso di spendere 230.000 di quello che potremmo definire il “recovery fund” giapponese. Ovvero i fondi per la ripartenza economica dopo la crisi causata dalla pandemia, per fare costruire una statua dedicata alle seppie, specialità della gastronomia locale.
UN INCENTIVO PER IL TURISMO
La storia la reso nota il New York Times. Cinque tonnellate per 13 metri, il cefalopode gigante è stato collocato davanti a un ristorante e dovrebbe servire a incentivare il turismo, secondo un funzionario comunale. Chi rinuncerebbe a un viaggio a Noto (quella giapponese) per ammirare questo capolavoro dell’arte moderna nipponica? Soldi ben spesi, insomma. Del resto, quei 230.000 dollari gli erano avanzati.
LA FERTILE FANTASIA NIPPONICA
La cittadina aveva ricevuto dal governo l’equivalente di 6.2 milioni per affrontare l’emergenza covid che a Noto aveva fatto registrare appena 30 casi, ma che aveva aggravato la crisi della pesca del calamaro e del turismo. Dopo aver speso parte delle risorse per le misure di profilassi e per i sostegni alle imprese, ecco che la fertile e inesauribile fantasia giapponese ha partorito questo capolavoro. Speriamo soltanto che qualcuno, dalle nostre parti non tragga ispirazione