Oggi, dopo tre mesi, Eitan torna in Italia: il saluto ai nonni materni

Il piccolo Eitan, sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, rientra in Italia dopo un incontro di separazione dalla famiglia materna. La nonna Esther: “Oggi lo vedremo per l’ultima volta”

È previsto per oggi il ritorno in Italia del piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Dopo quasi tre mesi trascorsi in Israele per seguire il processo, Aya Biran, la zia paterna, sta ultimando i preparativi per fare rientro nella casa di Travacò Siccomario, nel Pavese. Con lei ci sarà Eitan, dopo che la Corte Suprema israeliana ha stabilito che è quella casa il luogo di residenza abituale del piccolo sopravvissuto alla strage della funivia. La casa dove ha vissuto la maggior parte della sua vita. Ieri il bambino ha incontrato in uno spazio “neutro”, ed alla presenza di un assistente sociale, i familiari di sua mamma Tal. Ha salutato il nonno Shmuel, e separatamente, la nonna Esther Cohen. Che ha detto a Repubblica, tra le lacrime: «Ci hanno comunicato che oggi vedremo Eitan forse per l’ultima volta. Nel momento in cui tornerà in Italia, non sappiamo quando lo rivedremo. Le sue bisnonne che hanno più di 80 anni forse non lo incontreranno mai più»

RISPETTO PER LA PRIVACY DEL BAMBINO

Eitan tornerà in Italia oggi, ma non è noto l’orario e neppure con quale volo. Il portavoce della famiglia Biran non ha fornito dettagli, chiedendo rispetto per la privacy del bambino. Secondo una fonte vicina alla famiglia, gli zii paterni avrebbero acquistato alcuni voli. E decideranno all’ultimo quando imbarcarsi, così come era avvenuto il 19 settembre, quando Aya era arrivata in Israele riuscendo ad evitare con questo stratagemma la pressione dei cronisti. In vista dell’arrivo di Eitan i legali di zia Aya, hanno lanciato, con un comunicato, un appello ai mass media, ai giornalisti di carta stampata e tv. Invitandoli a spegnere i riflettori sulla vicenda. Pregandoli di «comprendere l’esigenza di tutelare la privacy del minore nel rispetto dei principi della Carta di Treviso nonché delle norme deontologiche e professionali».

«DESIDERIAMO POSSA CESSARE IL CLAMORE NEDIATICO»

Nel comunicato si legge: «Eitan ora ha bisogno di serenità e tranquillità, insieme alla sua famiglia, per affrontare un percorso di recupero delicato. Per tale ragione desideriamo che possa cessare il clamore mediatico, e chiediamo di evitare ogni forma di intrusione nella vita del minore e della famiglia che lo accoglie. Siamo certi che saranno rispettati i principi dell’ordinamento giuridico posti a tutela della riservatezza e dell’interesse del bambino». Ma i Peleg, i familiari della mamma, hanno confermato la loro intenzione di continuare a lottare “con ogni mezzo legale perché Eitan torni in Israele”. Ora la disputa è nelle mani del Tribunale minorile di Milano, dove il 9 dicembre inizierà il dibattimento sul ricorso da loro presentato per contestare la nomina di Aya Biran come tutrice del bambino. In parallelo, anche la zia materna Gali, che aveva presentato ad agosto la domanda di adozione del piccolo in Israele, è intenzionata a spostare la pratica in Italia, che si incrocerà quindi con quella già avviata dalla zia paterna Aya.