Omicidio Burgio, si apre il processo: uno degli imputati chiede scusa

Il giovane 26enne è stato ucciso nel 2021 nel quartiere Vucciria a Palermo

Burgio

Stamattina si è aperto il processo per l’omicidio di Emanuele Burgio davanti la Corte d’Assise presieduta da Sergio Gulotta. Erano presenti anche i pubblici ministeri Giovanni Antoci e Gaspare Spedale. Burgio è il giovane di 26 anni ucciso a colpi di pistola nel quartiere Vucciria a Palermo a maggio del 2021. Imputati, accusati dell’omicidio, sono Domenico Romano insieme al fratello Matteo (colui che ha sparato) e al nipote Giovan Battista Romano. A difenderli l’avvocato gli avvocati Giovanni Castronovo, Enzo Giambruno e Raffaele Bonsignore.

Il processo si è aperto con la richiesta della difesa di ammissione al rito abbreviato e in subordine la richiesta di incostituzionalità della norma che vieta di accedere all’abbreviato per i soggetti imputati di omicidio volontario e premeditato. La Corte ha, però respinto le richieste.

Matteo Romano pentito di avere sparato

La difesa e l’accusa poi hanno avanzato le richieste istruttorie, tutte ammesse. Ma il momento più importante è arrivato quando uno degli imputati, Matteo Romano, ha voluto fare una spontanea dichiarazione. L’uomo si è scusato con la famiglia Burgio per quello che ha fatto, ha confessato di essere impazzito la sera dell’omicidio a seguito della discussione avuta con il 26enne e di non aver capito nulla di quello che stava facendo una volta avuta la pistola in mano. Si è detto “pentito di aver sparato”. 

Infine la Corte ha sospeso i termini di custodia cautelare degli imputati. La prossima udienza del processo è fissata per il 13 ottobre.