Omicidio Burgio alla Vucciria, due condanne e un assolto

testimoni

La Corte di Assise presieduta da Sergio Gulotta (a latere Monica Sammartino) ha assolto Domenico Romano (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo ed Enzo Giambruno) dalla partecipazione all’omicidio di Emanuele Burgio, condannando a 18 anni Matteo e Giovan Battista Romano, difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Giovanni Castronovo.

La Corte ha escluso le aggravanti del metodo mafioso e della premeditazione,e poiché la difesa aveva preliminarmente avanzato richiesta di definizione del procedimento nelle forme del giudizio abbreviato,non concesso in virtù della contestata aggravante della premeditazione,alla luce dell’esclusione della suddetta aggravante,è stato riconosciuto agli imputati condannati lo sconto di pena di un terzo.

Dopo la lettura del dispositivo Domenico Romano è stato immediatamente scarcerato e rimesso in libertà. Nessuna condanna all’ergastolo quindi per i tre imputati come aveva richiesto il pm.

L’omicidio

Secondo  quanto raccontato da Domenico Romano la notte tra domenica 30 e lunedì 31 maggio Emanuele Burgio avrebbe minacciato, insieme ad altre persone armate di mazza, suo figlio e la sua famiglia con la frasevi scippo la testa e ci gioco a pallone”. Così il fratello, Matteo Romano, sarebbe intervenuto a protezione dei propri parenti, sparando per difenderli e uccidendo il 26enne in via dei Cassari, alla Vucciria. Il Gip, però, non ha considerato attendibile la ricostruzione fornita da Romano. Il profondo astio tra la vittima e i Romano sarebbe nato a seguito di un sinistro stradale apparentemente di poco conto.

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