Omicidio Lucrezia Di Prima, dietro il fratello forse il movente economico

Rinvenuta l’arma del delitto nel garage dell’abitazione in cui la giovane sarebbe stata uccisa. Si tratta di un grosso coltello da caccia.

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Continuano le indagini sull’omicidio di Lucrezia Di Prima, la giovane donna di 37 anni uccisa dal fratello minore, Giovanni Francesco.

Quando i genitori, venerdì 17, avevano denunciato la scomparsa della figlia, il ventiduenne aveva preso parte alle ricerche; successivamente ha però confessato agli inquirenti di essere l’autore del delitto, conducendoli così nelle campagne di Nicolosi. Lì aveva gettato il cadavere della sorella. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Sis di Catania, il ragazzo l’avrebbe uccisa in casa trasportando poi il corpo in alcuni sacchi lì dove è stato ritrovato.

L’arma e il movente dell’omicidio

Le indagini hanno finalmente portato al rinvenimento dell’arma del delitto, che non era ancora stata trovata. Si tratta di un grosso coltello da caccia, ripulito e nascosto nel garage della villetta a San Giovanni Li Puma, dove i due fratelli vivevano, in alloggi separati, con i genitori. I mezzi dei Ris sarebbero riusciti a rilevare tracce di sangue sull’oggetto.

Giovanni, pur avendo ammesso la responsabilità del delitto, non ne aveva chiarito il movente. Gli inquirenti, però, sembrano esser convinti che il fatto possa essere accaduto per ragioni economiche. Il denaro che Lucrezia, che stava progettando il matrimonio, avrebbe ricevuto dai genitori potrebbe essere all’origine dell’efferato omicidio.

Intanto, è previsto per il 20 ottobre l’interrogatorio per la convalida del fermo davanti al gip di Catania. L’avvocato Umberto Terranova si accinge a chiedere la perizia psichiatrica al fine di accertare le condizioni psicologiche del ventiduenne.

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