Omicidio maresciallo Mirarchi a Marsala, ergastolo definitivo per il killer
L’omicidio del maresciallo si è verificato nel maggio 2016
La prima sezione della Cassazione ha confermato l’ergastolo al bracciante-vivaista di Marsala, Nicolò Girgenti. L’uomo, 50 anni, è imputato per l’omicidio (in concorso con ignoti) del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi. Il militare è stato ucciso con un colpo di pistola la sera del 31 maggio 2016 nelle campagne di contrada Ventrischi, nell’entroterra di Marsala.
Per Girgenti erano arrivate già due condanne all’ergastolo: l’8 ottobre 2018 dalla Corte d’assise di Trapani e nel marzo 2020 da quella di Palermo. Quella sera Mirarchi, 53 anni, vice comandante della stazione di Ciavolo, era impegnato in un appostamento nei pressi di una serra all’interno della quale furono successivamente scoperte 6 mila piante di canapa afgana.
La testimonianza di un collega di Mirarchi
“Arrivati all’incirca dove ci sono le serre – ha raccontato l’appuntato Cammarata, rimasto miracolosamente illeso – il maresciallo Mirarchi ha acceso la lampadina e abbiamo intimato: ‘alt, fermi, carabinieri. Ma non abbiamo finito di dire le parole che ci hanno sparato addosso“. Sette i colpi sparati in tutto contro i due carabinieri. A uccidere il sottufficiale fu un proiettile sparato da una semiautomatica Star, modello Bs calibro 9×19.
Le indagini dei Carabinieri si sono concentrate su un gruppo di persone che si occupava della gestione della serra, poi sequestrata. Tra loro c’era anche Girgenti, che ha gestito il terreno fino ad alcuni mesi prima. Un’alta percentuale di nichel e rame ha incastrato Girgenti, sottoposto in quella circostanza allo stub ovvero un tampone che permette di individuare tracce di esplosivo sulle mani di chi ha da poco tempo utilizzato un’arma da fuoco.