Rompono il silenzio sull’omicidio di Gabriele Rampelli la madre, lo zio e la nonna del 24enne. Con una nota, i familiari del giovane ucciso dal padre, martedì 1 febbraio, fanno sapere di confidare “nella giustizia e nell’attività investigativa”.
La madre di Gabriele chiede che si vada a fondo su quanto accaduto in piazza Progresso. Nel testo, firmato anche dallo “zio Giuseppe e dalla nonna Francesca”, si rende noto che “insieme agli avvocati di fiducia, Pietro Maragliano, Tatiana Pletto e Alberto Agiato, è stata predisposta una produzione documentale da offrire al pubblico ministero“.
I familiari seguiranno le operazioni autoptiche e manifestano disponibilità a offrire ogni contributo utile “affinché Gabriele possa avere giustizia”. Non ci sarà alcun commento al tragico evento, aggiungono, “nonché in merito al responsabile, perché questo lutto merita di essere rispettato con silenzio“. Solo una notazione: “Nessuna ipotetica giustificazione potrà mai legittimare un padre che priva il figlio della propria vita”.
Un’affermazione che suona come una presa di posizione rispetto alla confessione di Gaetano Rampello al pubblico ministero. Il poliziotto ha infatti raccontato di aver ucciso il figlio a seguito dell’ennesima discussione per motivi economici. A quanto pare, il ragazzo, che viveva da solo a Raffadali, avrebbe sofferto di disturbi di natura psicologica.
Il padre ha riferito di continue richieste di soldi da parte sua, richieste che anche martedì il giovane gli avrebbe rivolto nel loro incontro in piazza. Davanti al suo rifiuto, Gabriele avrebbe preso a inveire, così che l’uomo, esasperato, ha estratto la pistola d’ordinanza e fatto fuoco.
L’agente, in servizio al X Reparto Mobile di Catania, ha scaricato sul figlio l’intero caricatore. Per il giovane non c’è stato nulla da fare, i carabinieri lo hanno trovato in una pozza di sangue. Il poliziotto è stato bloccato, invece, mentre si trovata seduto su una panchina in attesa di salire su un pullman.
Intanto nel pomeriggio di venerdì 4 febbraio si terrà l’autopsia sul cadavere del giovane. Ad eseguirla il medico legale Alberto Alongi. Gaetano Rampello, difeso dall’avvocato Daniela Posante, potrà incaricare un proprio consulente di parte per partecipare all’autopsia.