Testimonianze importanti sull’omicidio di Emanuele Burgio, avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 maggio nel quartiere Vucciria a Palermo. La Squadra Mobile ha individuato, grazie all’aiuto delle telecamere di videosorveglianza, due testimoni che erano presenti la sera del delitto.
Si tratta di Antonino Tinnirello e Pietro Scelta; secondo quanto raccontato dal “Giornale di Sicilia”, il primo avrebbe detto che sarebbe stato Burgio a chiamare il gruppetto perché voleva parlare con loro e non il contrario. Il secondo testimone, invece, avrebbe provato a evitare a Burgio il litigio, ma senza riuscirci.
Le dichiarazioni di Tinnirello e Scelta sono state depositate agli atti del tribunale del Riesame che venerdì deciderà sulle istanze presentate dai presunti assassini. In carcere con l’accusa di omicidio ci sono i fratelli Domenico e Matteo Romano e Giovan Battista figlio del primo. A difenderli gli avvocati Giovanni Castronovo, Vincenzo Giambruno e Antonio Turrisi.
A fare fuoco contro Burgio sarebbe stato Matteo Romano. Sul movente, l’ipotesi più accreditata rimane quella di un litigio riconducibile probabilmente agli sviluppi di un sinistro stradale che aveva coinvolto Burgio e Giovanni Battista Romano. Poi domenica notte in via dei Cassari l’agguato teso dai tre a Burgio. Proprio a pochi passi dalla trattoria di famiglia “Zia Pina” dove il venticinquenne lavorava.