Il Questore di Palermo ha vietato la celebrazione del funerale in forma solenne e di ogni forma di pubblica commemorazione per Emanuele Burgio, il 25enne ucciso, con tre colpi di pistola, lo scorso 31 maggio alla Vucciria di Palermo.
Inoltre ha ordinato il presidio massivo del territorio impiegando i reparti inquadrati ed ordinando la rimozione immediata di lenzuoli e teli in memoria del giovane.
A finire in manette, per l’omicidio, sono Matteo, Domenico e Giovanni Battista Romano. Per loro il gip di Palermo Piergiorgio Morosini ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere.
A fare fuoco contro Burgio sarebbe stato Matteo Romano. Sul movente, l’ipotesi più accreditata rimane quella di un litigio riconducibile probabilmente agli sviluppi di un sinistro stradale che aveva coinvolto Burgio e Giovanni Battista Romano, figlio di Domenico. Poi domenica notte in via dei Cassari l’agguato teso dai tre a Burgio. Proprio a pochi passi dalla trattoria di famiglia “Zia Pina” dove il venticinquenne lavorava.
Intanto, il padre della vittima, Filippo Burgio, in carcere per mafia, è ancora in attesa di un permesso da parte del magistrato di Sorveglianza di Pavia per poter raggiungere Palermo e dare l’ultimo saluto al figlio.