Possibile svolta nel caso “Open Arms”, che vede indagato il leader della Lega Matteo Salvini, accusato sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Secondo la testimonianza rilasciata oggi in aula dall’Ammiraglio Sergio Liardo, infatti, Salvini non sarebbe l’unico responsabile del veto di sbarco della nave con a bordo 147 migranti.
“Il primo agosto del 2019 la nave Open Arms ci comunicò di avere fatto un soccorso di 52 persone, che poi sono salite a 55. Era una prima comunicazione di Open Arms, visto che non eravamo stati noi, Italia, a coordinare questa attività. Per questo abbiamo comunicato al ministero dell’Interno. In seguito al decreto Sicurezza bis fu emesso un decreto di interdizione di ingresso in acque territoriali firmato dal ministero dell’Interno, con firma anche del ministero alle Infrastrutture e del ministero alla Difesa“.
Le dichiarazioni dell’ammiraglio, a capo del III Reparto «Piani e Operazioni» e Imrcc del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto, aprono dunque nuovi scenari. Nell’occhio del ciclone, dunque, ci sarebbero anche gli allora Ministri delle Infrastrutture Danilo Toninelli e della Difesa, Elisabetta Trenta.
Il 14 agosto, in seguito ad altri due salvataggi, a bordo di “Open Arms” vi erano circa un centinaio di migranti; tra questi anche ventisette minori senza accompagnatori. A causa di condizioni meteo avverse Oper Arms ricevette l’autorizzazione ad avvicinarsi a Lampedusa, ma non ad entrare in porto.
La nave dell’Ong, intanto, aveva inoltrato una richiesta di Pos (Place of safety). Secondo l’Ammiraglio Liardo, a quel punto, il ministero dell’interno indicò come possibili sbarchi due porti in Italia, Trapani e Taranto, nonché la Spagna come soluzione alternativa.
«In quel momento era impossibile navigare a causa delle condizioni meteo proibitive – ha proseguito Liardo rispondendo al pm Ferrara -. C’era mare forza 4 e un’onda lunga 2 metri e mezzo. In mare non sarebbe stata una navigazione in sicurezza, stante il numero delle persone a bordo. Ma proprio per le avverse condizioni meteo dalla Centrale operativa delle Guardia costiera le destinazioni Trapani e Taranto non furono indicate alla Open Arms“.
“Oggi l‘imputazione contro Matteo Salvini crolla nel momento in cui è stato detto che il Pos c’era, ed era la nave stessa – Ha dichiarato Giulia Bongiorno, legale del leader del carroccio -. Credo che oggi emerga in maniera nitida il fatto che c’era una linea politica di governo condivisa sul provvedimento, firmato da tre ministri, di divieto di sbarco da parte di Open Arms. È stato detto chiaramente, e si sono individuate le ragioni di quel divieto.
Non è che i ministri Salvini, Toninelli e Trenta si sono inventati un divieto per antipatia nei confronti dei migranti – Ha proseguito l’avvocato –. La nave era partita da Siracusa, dichiarando un certa destinazione, e poi l’aveva cambiata. E lo aveva fatto per tre volte, in autonomia due volte e una volta sotto il coordinamento maltese”.