Operazione resilienza 2: indagati anche i capi ultras Terrazzini e Giordano

La mafia palermitana, in più di un’occasione, ha fatto sentire il suo peso all’interno della tifoseria organizzata rosanero.

Un intreccio del quale si aveva sentore e che viene alla luce grazie all’inchiesta Resilienza 2. E’ quello tra la mafia palermitana e i gruppi organizzati della tifoseria del Palermo calcio. A portare a termine l’operazione, dopo varie intercettazioni e ricostruzione dei fatti, questa mattina sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo e del Nucleo informativo. Il focus dei militari era da tempo puntato sul mandamento mafioso di Porta Nuova e, in particolare, sulla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Tra i 14 indagati, su tutti, per quanto riguarda il mondo ultras, spiccano i nomi di Johnny Giordano, storico capo ultrà delle Brigate Rosanero, e di Sesto Terrazzini, leader dei Warriors Ultras Palermo.

CAPI DI IMPUTAZIONE PESANTI

Pesanti i capi d’imputazione, che vedono il primo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, e il secondo, Terrazzini, indagato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Quest’ultimo, sottoposto a obbligo di firma, oltre a risultare disoccupato, sembra che sia percettore del reddito di cittadinanza. Riguardo gli altri 12 indagati, dei quali uno in carcere, 11 ai domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, risultano responsabili di concorso esterno  in associazione mafiosa, traffico di droga, furti, ricettazione ed estorsioni, sfruttamento della prostituzione.

PALERMO, ITALY – Novembre 9, 2013 – US Citta di Palermo vs Trapani Calcio – Serie B

IL TENTATIVO DI AGGANCIARE LA NUOVA SOCIETA’

Nello specifico, su Giovanni Giordano, noto da tempo all’interno del mondo ultras con il nome di Johnny, nel provvedimento del gip Filippo Serio si legge altro. Ovvero che la sua “figura è emersa sia in passato che attualmente quale elemento a disposizione di Cosa nostra all’interno del mondo delle tifoserie palermitane”. Si menziona quando, ai tempi della vecchia proprietà di Zamparini ne è stato dipendente, ricoprendo il ruolo di custore fino al 2018. Poi, dopo il fallimento societario, l’ex carismatico capo ultras delle brigate tentò, invano, di “essere riassunto all’interno della nuova società che fa capo a Dario Mirri, attraverso un altro qualificatissimo esponente mafioso palermitano”. Si tratta di Giuseppe Bellino, figlioccio del boss Nino Rotolo e vicino al gruppo capeggiato da Gianni Nicchi.