Blocco autotrasportatori in Sicilia: ortofrutta e supermercati in crisi
Prosegue il blocco degli autotrasportatori contro il caro-gasolio. Primi disagi anche a Palermo. Un deserto il centro di stoccaggio di Vittoria. I produttori perdono le prime commesse
Si comincia a sentire l’effetto delle 48 ore di sciopero degli autotrasportatori, che si sono radunati al casello san Gregorio, sulla Catania-Messina per protestare contro il caro-benzina. Nei supermercati stanno cominciando a scarseggiare alcuni prodotti freschi. Al mercato ortofrutticolo di Palermo stanno per finire finiranno le scorte di frutta e verdura che arrivano con i tir da Vittoria e dal resto della Penisola. Come scrive Repubblica Palermo, Giuseppe Spadaro, direttore del gruppo Radenza che in Sicilia controlla i supermercati a marchio Crai e che adesso ha rilevato quelli Coop ha detto: «Oggi i prodotti freschi cominceranno a diminuire nei supermercati. Cioè ortofrutta, formaggi e altri prodotti non di lunga conservazione. Il blocco dei tir non fa arrivare la merce dallo Stretto, e non è nemmeno possibile far partire i prodotti dal nostro punto di stoccaggio di Catania».
IL MERCATO DI VITTORIA DESERTO
Una conferma arriva anche da Alberto Argano, presidente dei grossisti Confcommercio: «Finora abbiamo retto con le scorte in giacenza, ma fra oggi e domani cominceranno a scarseggiare le mele, le pere, gli ortaggi che arrivano da Puglia e Campania e i pomodori che partono dal mercato di Vittoria. Ogni giorno qui entrano sei grandi autoarticolati da 25 tonnellate l’uno, con il blocco tratteremo solo prodotti locali». Infatti il mercato ortofrutticolo di Vittoria, il più grande centro di stoccaggio della Sicilia è deserto. Messo in ginocchio dal blocco dei trasporti.
COMPARTO AGRICOLO IN SOFFERENZA. MA LA PROTESTA CONTINUA
Si parla di tonnellate di arance al macero. Il comparto agricolo è in grande sofferenza, come assicurano le associazioni di categoria. E viene citato il caso di un’azienda di Scordia che ieri ha perso una commessa da 50mila chili di arance, che sono rimaste nei magazzini. Come è accaduto anche per tonnellate di agrumi di Ribera dop e dei prodotti del Consorzio pomodoro di Pachino. Ma la protesta non si ferma. «Non ci muoveremo se non arriverà una soluzione da parte del governo centrale», dicono i manifestanti. Denunciando il rincaro del gasolio, aumentato del 22,6 per cento in una settimana. Anche perché al caro-benzina si deve aggiungere l’elevato costo dei traghetti sullo Stretto.