Palermo, a Palazzo Reale un evento teatrale dedicato a Dante e alla Sicilia

L’iniziativa, a cura della Fondazione Federico II, dell’ ARS e di Strada degli scrittori, si terrà il 16 settembre

Nel 2021 ricorre il settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante Alighieri

Il maestoso Palazzo Reale, noto anche come Palazzo dei Normanni, si appresta a ospitare la pièce teatrale dal titolo “Dante e La Sicilia“.
L’evento, che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni dedicate al sommo poeta in occasione del settecentesimo anniversario della scomparsa, si terrà il 16 settembre alle 20:30.
Oltre allo spettacolo, è prevista anche l’esposizione dell’opera “Dante e Virgilio” dell’artista Ulisse Sartini.
La Fondazione Federico II sceglie di omaggiare così Dante Alighieri, ricordando la grande considerazione che l’autore de “La Divina Commedia” ebbe verso due illustri sovrani di Sicilia.
Nessun regnante, infatti, seppe emulare nel tempo Federico II e il figlio Manfredi.

DANTE ALIGHIERI E LA SICILIA

Un amore a distanza legò il poeta e scrittore fiorentino alla Sicilia, terra che non visitò mai.
Tuttavia, attraverso la lingua, è come se avesse abitato nell’isola, a Palazzo Reale.
Infatti, già prima della Commedia, la Sicilia rappresentava per lui l’essenziale matrice della poesia volgare italiana.
Nel “De Vulgari eloquentia” ricorda, non a caso, che “tutta la poesia che si fa in Italia viene chiamata siciliana”.

L’ OMAGGIO DELLE ISTITUZIONI

Un legame profondo, non solo letterario, che la Fondazione Federico II e l’Assemblea Regionale Siciliana non potevano certo ignorare in occasione del settecentesimo anniversario della scomparsa.
Giovedì 16 settembre, in collaborazione con l’associazione “La Strada degli scrittori“, il Centro Studi Socio-Economico di Ragusa e degli Iblei SEREI e Archivium, si terranno due appuntamenti per celebrare la ricorrenza.

DANTE NELLE PAROLE DI FELICE CAVALLARO

Il primo, ai Giardini di Palazzo Reale alle 20: 30, con l’evento teatrale “Dante e la Sicilia”, da un testo di Felice Cavallaro.
L’evento sara’ trasmesso in diretta streaming sul canale youtube dell’Assemblea Regionale Siciliana e sulla pagina Facebook della Fondazione Federico II.
Interpretato dall’attore Sebastiano Lo Monaco, il testo teatrale di Felice Cavallaro ha il merito di “riportare” Dante Alighieri in Sicilia.
Il tutto, attraverso un gioco di immaginazione, con una commedia nella Commedia, dopo settecento anni. Una sorta di intervista impossibile: un gioco, appunto, all’insegna della commedia.
A recitare i versi, sarà l’attore, scrittore e musicista Salvatore Nocera Bracco: ripercorrendoli, con ironiche trasgressioni che stimolano amare riflessioni sul presente, sarà possibile avvicinarsi alla lettura della Commedia.
Una full immersion nei luoghi da Dante evocati e amati.
Lo spettacolo si avvale del coordinamento di Salvatore Picone, dell’organizzazione di Gaetano Pendolino, delle musiche originali dello stesso Salvatore Nocera Bracco e della collaborazione al testo di Lino Buscemi.

L’ OPERA DI ULISSE SARTINI

Nello Scalone d’onore del Palazzo Reale sara’ dunque possibile ammirare l’opera “Dante e Virgilio” di Ulisse Sartini, tra i massimi ritrattisti dei Papi in Italia.
I dipinti dell’artista piacentino, raffiguranti grandi personaggi, si trovano in importanti collezioni private o in sedi di assoluto prestigio.
Tra esse, il Museo del Teatro della Scala di Milano e il Teatro La Fenice di Venezia.
Per i visitatori del percorso turistico del Complesso Monumentale di Palazzo Reale l’opera sarà esposta per un mese intero, dal 17 settembre fino al 18 ottobre prossimo.

DAL DIALETTO AL VOLGARE NOBILE

“La parola dantesca – afferma Gianfranco Miccichè, presidente dell’ARS e della Fondazione – prende spunto dal laboratorio linguistico che fiorì in Sicilia”.
Una realtà di altissimo livello che si sviluppò proprio presso il Palazzo Reale”.
“La lingua che cinge tutta la Divina Commedia – precisa – anticipa il concetto di nazione”.
Concetto che nacque proprio grazie a quel laboratorio della scuola poetica siciliana: dal dialetto si passò alla lingua del sì, al volgare nobile.
Dante Alighieri fu, a tutti gli effetti, il padre della lingua italiana.
“Commemorarlo – aggiunge Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – significa commemorare la civiltà di una lingua”.
“E di un percorso della cultura italiana – conclude – che si impone a tutto il mondo e che vede la Sicilia come protagonista”.