Gianluigi Paragone presenta a Palermo il progetto politico di Italexit

Insieme al senatore, il gruppo dirigente regionale e provinciale

Gianluigi Paragone in Sicilia a confronto con amministratori, categorie produttive e simpatizzanti interessati al progetto di Italexit – No Europa per l’Italia.
Ovvero, il partito fondato dallo stesso senatore, convinto sostenitore della necessità di recuperare la sovranità monetaria.
Un’azione indispensabile per contrastare, da un lato, le politiche neoliberiste e, dall’altro, gli esiti nefasti della globalizzazione sfrenata.
A Palermo, l’esponente politico ha incontrato, in un locale di via Dei Cantieri, sia il neonato gruppo dirigente – che avrà il compito radicare il partito in tutta la Sicilia – sia i potenziali elettori.
Uomini e donne delusi dai partiti di maggioranza e opposizione e attratti da un contenitore politico che annovera, tra le proprie istanze cogenti, un radicale cambio di paradigma nella concezione della finanza pubblica.

FOCUS SUI PROSSIMI APPUNTAMENTI ELETTORALI

Un’idea che, in Sicilia come altrove, comincia a raccogliere adesioni anche in previsione delle prossime scadenze elettorali.
In ballo non ci sono soltanto le consultazioni amministrative nelle grandi città – come Milano, dove il giornalista è candidato a sindaco – ma anche nei piccoli Comuni.
Nei territori, infatti, si giocano partite importanti legate all’economia locale, messa a dura prova dall’emergenza sanitaria e da una desertificazione produttiva che, nell’entroterra, appare inarrestabile.

ANALISI DEL PANORAMA POLITICO ATTUALE

Nel corso dell’incontro, Gianluigi Paragone ha toccato alcuni tra i temi più urgenti dell’agenda politica: immigrazione, sanità, tutela dell’ambiente, periferie, occupazione e indebitamento delle famiglie.
Non sono mancate le stoccate ai colleghi parlamentari di tutti gli schieramenti, soprattutto a “quelli concentrati solo sul DDL Zan“.
Con una precisazione: nulla contro le unioni tra persone dello stesso sesso.
“Nessuna messa in discussione della libertà di amare chi si vuole – ha affermato il senatore – ma non si può parlare di nuovi diritti mentre si sfilano quelli vecchi”.
“Il tutto – chiarisce -mentre si privano i cittadini della libertà e della democrazia”.

Alcuni componenti del gruppo dirigente di Italexit, nel territorio palermitano e regionale
Alcuni componenti del gruppo dirigente di Italexit, nel territorio palermitano e regionale

“Inaccettabile che esistano sfide generazionali – ha aggiunto – per un contratto di lavoro, così come non è tollerabile che un bene come la casa sia aggredito dalle banche in nome del cannibalismo finanziario”.
Un’espressione, quest’ultima, che Gianluigi Paragone utilizza anche quando parla di Mario Draghi.
Il premier è considerato da Italexit l’emblema di un sistema che non esita a penalizzare le famiglie e i lavoratori in affanno.

EUROPA “OSTILE”

Italexit è un progetto nuovo.
“Abbiamo appena iniziato a dialogare con i cittadini – spiega – passando da una fase di generica propaganda a una proposta politica vera e propria”.
“L’Europa non è certo dalla parte di categorie produttive quali gli imprenditori e gli agricoltori – sostiene – ma ormai il disegno è chiaro”.
Il riferimento è alle politiche sull’immigrazione incontrollata.
“I nuovi flussi in arrivo – commenta – genereranno ulteriori malesseri e incertezze tra i cittadini”.
La retorica della grande madre buona che accoglie indiscriminatamente – ha concluso – però, ormai ha perso mordente”.

LA SICILIA NEL PROGETTO DI ITALEXIT

Di origini siciliane per parte di madre, Gianluigi Paragone ha “bacchettato” gli abitanti dell’isola, che “ha sempre anticipato tutte le tendenze politiche” ma non è mai riuscita a tesorizzarle.
Ovvero: i siciliani eletti a Roma, poco o nulla hanno fatto per il loro territorio d’origine, a partire dal Movimento Cinque Stelle, nelle cui liste lo stesso senatore è stato eletto nel 2018 .
Nel 2020, il divorzio, a seguito del voto contrario alla Legge di bilancio decisa dalla maggioranza,che includeva lo stesso Movimento.
Un passato recente non rinnegato, ma dal quale Gianluigi Paragone prende fortemente le distanze.
“Ai siciliani non chiediamo soltanto fiducia – spiega – ma che ci controllino una volta eletti , dai Comuni all’ARS fino al Parlamento nazionale ed europeo”.
“La partecipazione – ha concluso – non può esaurirsi semplicemente con il voto”.
“Noi” è la parola d’ordine ripetuta più volte durante l’incontro.
Parola che, per il giornalista e politico, è sinonimo di una nuova proposta, persino “eversiva e ribelle”.

I COORDINAMENTI REGIONALE E PROVINCIALE

A coadiuvare il progetto di Italexit in Sicilia, un gruppo dirigente che si occuperà, in primis, di raccogliere adesioni nei territori, partendo dall’associazionismo, dai produttori locali, dai piccoli operatori economici.
Un compito affidato ai coordinatori regionali Luigi Savoca, Beppe De Santis e Agostino Fascellaro, congiuntamente ad Andrea Piazza e Paolo Franzella, rispettivamente coordinatore cittadino e provinciale di Palermo.