Ponte Corleone, simbolo di incapacità e degrado: intervenga lo Stato

Situazione critica sul Ponte del Baby Luna: la relazione tecnica dopo i carotaggi non riporta nulla di buono, il Corleone è in condizioni pietose

impianti

Il Comune non ha i soldi, la Regione aspetta di diventare bellissima ma al momento lo è solo sulla cartina geografica e lo Stato ha altre priorità. Chi deve intervenire dunque? Si aspetta un altro Ponte Morandi per porre rimedio?

È ormai lapalissiano che quell’attraversamento dell’Oreto è impraticabile. Dalla relazione dei tecnici dopo i carotaggi si evince che le zone di accesso sono gravemente compromesse, con lesioni e infiltrazioni d’acqua su travi e piloni.

UNA BILANCIA SUL PONTE DEL BABY LUNA

Nonostante questa grave situazione di pericolo, si continuano a tentare soluzioni che sanno tanto di toppe sui jeans. Dopo i limiti all’insostenibile velocità di 30 chilometri orari, si è passati al divieto di transito per i mezzi pesanti. Adesso i tecnici propongono la chiusura degli innesti delle corsie laterali. Pertanto a breve potrebbe essere chiesto agli automobilisti di passare dal centro della carreggiata, per evitare di sovraccaricare il ponte nelle zone più esterne e più esposte a sollecitazioni. Ma la prossima mossa quale sarà? Quella di trattenere il respiro durante il transito? Oppure si sceglierà di pesare i palermitani prima di farli transitare sul Ponte Corleone?

PARADOSSI

I tecnici consigliano anche di aumentare il limite di velocità da 30 a 60 km orari, per ridurre la permanenza degli autoveicoli sull’attraversamento. Ma non si era detto e fatto esattamente il contrario finora? Chi ha preso la prima decisione, ovvero mettere un limite di velocità a 30 km orari, la pensava diversamente dai tecnici? Era egli stesso un tecnico? E di chi ha pensato bene (si fa per dire) di piazzare quasi quotidianamente un autovelox proprio lì, causando altri ingorghi e rallentamenti, ne vogliamo parlare? Forse è meglio stendere un velo.

CHIUDERE O NON CHIUDERE, QUESTO È IL PROBLEMA

Ma non si può stendere un bel niente sulla sicurezza dei cittadini. Non si possono ancora mettere toppe su una situazione che è diventata gravissima. La chiusura del Ponte sarebbe probabilmente al momento la soluzione più saggia, ma si rischia di far collassare completamente una città, interrompendo un transito importantissimo per coloro che vengono dalle autostrade da Messina e da Catania e per i palermitani che abitano le periferie e che ogni giorno si spostano verso il centro cittadino per lavoro o per altro.

SI ATTENDE UN ALTRO PONTE MORANDI?

Il livello di allerta deve essere altissimo, non si può correre il rischio di raccontare l’ennesima tragedia annunciata. Qualcuno deve intervenire. La politica deve farsi sentire. Basta soluzioni tampone, il ponte va abbattuto e ricostruito. Il Governo nazionale non può e non deve abbandonare al suo destino una delle città più grandi e più abitate d’Italia. Urge dunque un intervento deciso dello Stato, che dovrebbe finalmente ricordarsi che esistono tante serie emergenze anche in Sicilia, e che stavolta non può cavarsela con un obsoleto Freccia Bianca. È l’unica “strada percorribile” per evitare il dissesto totale di una città già fortemente allo sbando.

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