Palermo ricorda Carlo Alberto Dalla Chiesa, il Generale ucciso dalla mafia

39 anni fa, il Prefetto, venne barbaramente trucidato insieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro ed all’agente di scorta, Domenico Russo, dai nemici di sempre: i corleonesi

Dalla Chiesa

“Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”. E’ con questa scritta che, unanimemente, i palermitani salutarono l’impegno oltre la morte di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Un grande Carabiniere, totalmente votato all’Arma e “fedele allo Stato”. Il Generale e Prefetto venne barbaramente trucidato 39 anni fa insieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro ed all’agente di scorta, Domenico Russo, dai nemici di sempre: i corleonesi, che vedevano in lui, il nemico mortale, da abbattere a ogni costo.

Era il 3 settembre 1982 quando, poco dopo le 21 in via Isidoro Carini a Palermo, una BMW affiancava e faceva fuoco su una Autobianchi A112. I passeggeri di quell’auto, rimasti uccisi dall’attentato erano il Generale Dalla Chiesa e la moglie, diretti ad una cena in un ristorante a Mondello. Nello stesso momento l’auto con a bordo l’autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura del Prefetto, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un’altra micidiale raffica. Questa ferì gravemente Russo, il quale morì dopo 12 giorni all’ospedale di Palermo.

Via Isidoro Carini: commemorazione morte Dalla Chiesa alla presenza del sindaco Orlando

I CONDANNATI PER L’UCCISIONE DEL GENERALE

Per la strage furono condannati i vertici della cupola Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Inoltre, i killer Raffaele Ganci, Giuseppe Lucchese, Vincenzo Galatolo, Nino Madonia, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci. La sentenza restituì alle famiglie delle vittime una verità parziale, ammettendo:

“Si può senz’altro convenire con chi sostiene che persistano ampie zone d’ombra, concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso, sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale”

Carlo Alberto dalla Chiesa era diventato, dunque, un personaggio scomodo non solo per la mafia, ma anche per una parte della politica. 

LE COMMEMORAZIONI A PALERMO

Oggi Palermo ricorda quel giorno con una successione di appuntamenti di commemorazione. Sarà l’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, a presiedere, alle 10.30 in Cattedrale. Una celebrazione eucaristica in ricordo del prefetto e della sua azione di contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata mafiosa e ad ogni forma di illegalità. Sarà presente, insieme alle autorità civili e militari, il sottosegretario di Stato all’Interno, Nicola Molteni in rappresentanza del Governo nazionale.

Alle 11.30, al termine della celebrazione e nell’ambito della sesta edizione della Festa dell’Onestà, l’arcivescovo di Palermo con il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale Teo Luzi. Presente anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il quale deporrà una corona di fiori al cippo dedicato al prefetto Dalla Chiesa. L’arcivescovo sarà accompagnato dai bambini del Centro Padre Nostro di Brancaccio e dai commercianti e artigiani del Cassaro Alto. Inoltre, stasera, alle 21:24 su Canale 5, andrà in onda la mini-serie Il generale Dalla Chiesa”.

IL RICORDO DEL SINDACO DEL CAPOLUOGO SICILIANO

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, 39 anni fa – ha dichiarato Orlando – è stato chiamato a Palermo con l’obiettivo di far rispettare la legge. La sua rivoluzione nella lotta alla mafia, in uno Stato complice che lo ha isolato, è un esempio per quei cittadini onesti che in quel violento 1982 hanno visto spegnere le proprie speranze. Il suo sacrificio, però, non è stato vano perché la città, negli anni, ha saputo reagire alla violenza mafiosa portando avanti un cambiamento culturale. Oggi è un’emozione conferire la cittadinanza onoraria all’Arma, in un giorno speciale di memoria e impegno nel quale ricordiamo anche la moglie del generale Dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro, e l’agente Domenico Russo, per dire grazie a tutti i carabinieri, donne e uomini, che quotidianamente sono impegnati nel contrasto ad ogni forma di illegalità“.