Palermo, una città che fa acqua da tutte le parti

Strade chiuse, cantieri aperti, altri che tardano ad iniziare. E intanto a Palermo scoppiano tubature d’acqua e cedono solette di canali sotterranei

acqua

Un’esplosione nella notte, proprio davanti la sede del potere regionale: l’incidente avvenuto alle prime luci dell’alba di venerdì scorso, tra corso Re Ruggero e Piazza Indipendenza, sembra un segnale inequivocabile: per chi non se ne fosse accorto Palermo fa acqua da tutte le parti. E’ l’ennesima stortura di una città che rischia di “annegare” tra centinaia di criticità. Ma in questo articolo ci limiteremo a parlare di problematiche legate all’acqua.

L’ALLUVIONE DEL 15 LUGLIO 2020

I palermitani hanno ancora davanti agli occhi le immagini del 15 luglio scorso, quando in seguito ad un violento nubifragio tutte le strade di Palermo si allagarono. Una alluvione che trasformò la circonvallazione, e non è la prima volta, in un fiume. Per fortuna non ci furono vittime, ma decine di automobili subirono gravi danni, centinaia di magazzini e scantinati privati si allagarono, e anche parecchie case, soprattutto in via Falconara. I malcapitati aspettano ancora oggi notizie riguardanti eventuali risarcimenti. Ci si chiede se alla prossima bomba d’acqua Palermo dovrà di nuovo tornare a preoccuparsi, perché non ci risultano ad oggi particolari interventi risolutivi per prevenire un altro disastro.

E POI DICONO CHE A PALERMO NON C’E’ ACQUA

In zona via Crispi, dal 2018 i condomini di alcuni palazzi e i gestori di un hotel, sono costretti a sopportare 24 ore su 24 le pompe idrovore piazzate negli scantinati per evitare gravi allagamenti. Tre anni fa cominciò una perdita d’acqua inspiegabile. La fuoriuscita di acqua che si riversa nei parcheggi e nei magazzini di quegli stabili, dopo più di tre anni, resta ancora un mistero. Secondo alcuni condomini il problema è legato ai lavori dell’anello ferroviario o ad altri cantieri presenti nella zona. Diversi i sopralluoghi dei tecnici del Comune e delle ditte interessate, ma l’unica soluzione al problema al momento restano le idrovore.

CANTIERI INFINITI

L’acqua che scorre sotto le nostre strade è anche la causa della chiusura di una corsia di viale Regione Siciliana direzione Trapani. Sotto quella parte della circonvallazione, all’altezza di Via Principe di Paternò, scorre infatti il canale Passo di Rigano. Si tratta di un canale a carattere torrentizio che raccoglie acqua da parecchi piccoli affluenti che scendono dalla zona nord-ovest della città di Palermo. Tra questi torrenti troviamo il Luparello, il Borsellino, il Celona e il Mortillaro. Il percorso del Passo di Rigano finisce nei pressi del Cantiere Navale. A novembre del 2011 una ditta è incaricata di effettuare il consolidamento della soletta del canale Mortillaro. Durante gli scavi gli operai scoprono che, lì dove si uniscono il Mortillaro e il Passo di Rigano, c’è un profondo cedimento. Cantieri chiusi e strada inibita al traffico fino a data da destinarsi per mancanza di fondi e traffico in tilt, soprattutto nelle ore di punta. Qualche giorno fa, una ditta ha ripreso a lavorare in uno dei due cantieri. Ma i tempi di ripristino della normalità sembrano ancora essere lunghi.

Cantiere in via Montepellegrino

Stessa sorte per via Montepellegrino, chiusa ormai da mesi per lavori di consolidamento della soletta del canale Passo di Rigano che nel suo percorso passa anche da lì. Ecco cosa si legge sul sito del Comune di Palermo in data 5 marzo 2021 su via Montepellegrino:

In quest’ultimo cantiere, i lavori, dell’importo di circa 250 mila euro, erano finalizzati al consolidamento della copertura, anche con la realizzazione di alcuni pali di sostegno in cemento armato. La presenza di diverse sottoreti ed in particolare di alcuni cavi elettrici in alta tensione, ha richiesto alcuni interventi da parte di soggetti terzi, allungando leggermente la durata dei lavori. Tali lavori si sono comunque conclusi e si è in attesa dei tempi tecnici di consolidamento del cemento per procedere alla definitiva copertura e quindi alla posa dell’asfalto. La riapertura al traffico dovrebbe avvenire entro la prima settimana di aprile.

MONDELLO

La vori al ferro di cavallo

Basta un po’ di pioggia copiosa per mettere in ginocchio la borgata marinara di Mondello. Una criticità con cui ormai i residenti convivono. Non l’accettano, ma ci convivono. Spesso vi abbiamo raccontato di famiglie che abitano a Mondello e che restano prigioniere in auto per via delle strade allagate. Ma non c’è solo un problema fognario. Sono state stanziate delle somme per risolvere l’annoso problema delle frane. Ne sanno qualcosa a Partanna Mondello e a Ciaculli dove, quando piove forte, fango e detriti si riversano a valle. Un fenomeno da addebitare ad impianti di drenaggio, vasche di raccolta e sistemi di trasporto obsoleti, e alla selvaggia cementificazione.

Il Comune e la Regione a luglio 2020 hanno firmato le convenzioni per le due zone, con soldi che vanno spesi in tre anni. Sono quelli del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 e andranno spesi entro il 2023. Palazzo delle Aquile era chiamato ad occuparsi della progettazione e della esecuzione. Ma dopo un anno siamo fermi ancora alle fasi preliminari.