A Partanna la presentazione del libro “Lu cucciddatu”, dedicato al tipico dolce siciliano
A firmare la prefazione è Nino Sutera, coordinatore nazionale Borghi Genius Loci De.Co. e direttore della Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori
“Lu cucciddatu” è il titolo della pubblicazione a cura di Anna Scovazzo dedicata a uno dei protagonisti della tradizione dolciaria siciliana.
La presentazione del libro si terrà a Partanna, in provincia di Trapani, venerdì 5 gennaio alle 18:00 negli spazi dell’ex Monastero delle Benedettine.
L’autrice, profonda conoscitrice dei luoghi, degli usi e dei costumi del lembo del Belice in cui Partanna sorge, riceverà il prezioso riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale”, proprio in occasione dell’iniziativa.
A conferire il titolo sarà Nino Sutera – che ha firmato anche la prefazione dell’opera – coordinatore nazionale Borghi Genius Loci De.Co. e direttore della Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori.
L’ ESEMPIO VIRTUOSO DI PARTANNA
“Mantenere vivo il fuoco che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra, e alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti”.
Con queste parole, Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra austriaco del periodo tardo-romantico, definiva il concetto di tradizione.
“Tradizione – sosteneva – non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco, e omaggiarla non è chinare il capo al passato o lasciare alle ceneri del ricordo il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo ormai andato”.
“Una visione precisa – specifica Nino Sutera – che ben si adatta all’azione del Borgo Genius Loci De.Co.”.
Nel caso specifico di Partanna, il tutto è avvenuto a seguito dell’adozione, da parte dell’amministrazione comunale, del percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” della Libera Università Rurale – con apposita delibera della Giunta municipale nel 2014 – che mette al centro il territorio e le specificità che lo contraddistinguono.
VALORI IDENTITARI, TURISMO E SENSO DI APPARTENENZA AL TERRITORIO
Il riconoscimento, dunque, è destinato non solo a chi promuove la tradizione dei territori in chiave identitaria, ma anche ai soggetti che mettono in atto un’efficace comunicazione del patrimonio enogastronomico autoctono.
Si tratta di un’azione prioritaria, che consente alle varie realtà territoriali di acquisire maggiore incisività sotto il profilo turistico ma anche nei confronti dei visitatori e dei viaggiatori.
Proprio questi ultimi, infatti, ritrovano nel cibo un insieme di valori, spesso di carattere identitario.
Come spiega lo stesso Nino Sutera, non a caso al francese “terroir” si preferisce il latino “Genius Loci” e non si tratta soltanto di una precisazione terminologica o di carattere linguistico.
“La seconda espressione – sottolinea il coordinatore nazionale Borghi Genius Loci De.Co. – indica un equilibrio di forze ed energie che connota un luogo ben definito e una memoria irripetibile”.
Elementi che si esprimono attraverso il legame affettivo verso un ricordo o un luogo che rimanda all’infanzia.
Ma anche per un dolce o un piatto che sanno di “folklore” e si collegano a una precisa dimensione etno-antropologica.
“L’effetto Genius Loci – precisa Nino Sutera – attiene dunque alla capacità, propria di un territorio, di produrre grazie all’abilità dell’uomo che ne riconosce le specificità, l’unicità e la singolarità”.
In sintesi, il valore.
“NARRARE” L’ANIMA DEI LUOGHI: IL COMPITO DEI CUSTODI DELL’ IDENTITÀ TERRITORIALE
Appare chiaro, dunque, che in una simile ottica le prelibatezze gastronomiche non siano soltanto un piacere per il palato ma pure un’occasione per esaltare gli elementi storici e culturali dell’area di provenienza.
“Tuttavia – avverte Nino Sutera – il processo deve essere inteso anche e soprattutto come narrazione di un frammento di civiltà“.
Ovvero, quel Genius Loci che Luigi Veronelli, giornalista e ideologo delle De.Co., definiva quale intimo e imprescindibile legame tra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.
Ecco che in tal senso il ruolo di ciascun “Custode dell’Identità Territoriale” assume una valenza focale nel percorso di valorizzazione dei simboli della terra, in connessione profonda con le bellezze ambientali e le tradizioni popolari.
Le parole d’ordine, per quanto concerne il territorio, sono comunicazione e promozione.
“Il Genius Loci – osserva Nino Sutera – è insieme territorio della memoria e patrimonio collettivo, il valore più profondo della cultura mediterranea ed europea”.
“L’unico anticorpo che abbiamo – conclude – rispetto alla cultura dell’indefinitezza globale”.