Neanche il tempo di completare i lavori su viale Campania, riguardanti l’ampliamento delle piste ciclabili, che già si sollevano le prime perplessità. Nella fattispecie, a rilevare problemi sul fronte sicurezza è Confesercenti Palermo. A farsi portavoce delle esigenze dei negozianti del lungo tratto in cui la pista ciclabile ricade, sono il presidente di Faib Palermo, Benedetto Guglielmino, e il presidente di Assofioristi, Ignazio Ferrante, entrambi titolari di due attività nella zona interessata.
La zona, in poche parole, non è ritenuta idonea per ospitare le corsie ciclabili. Eppure, considerata l’ampiezza del viale, la loro realizzazione, al contrario di quanto accaduto in via Gabriele D’Annunzio o in via Principe di Villafranca, questa volta sembrava potesse essere esente da polemiche. E invece, nel corso dell’audizione di stamattina, alla sesta commissione consiliare, Confesercenti ha evidenziato quanto segue.
“Ringraziamo tutta la commissione e il presidente Ottavio Zacco per la grande disponibilità che ci è stata dimostrata. A pochi giorni dalla nostra richiesta siamo stati subito convocati avendo la possibilità di esporre le nostre preoccupazioni, condivise da tutta la commissione. Un grande segnale di dialogo che ci auguriamo possa condurre ad una soluzione in tempi brevi”. Così la presidente Francesca Costa, presente all’appuntamento insieme al direttore Michele Sorbera. In attesa che venga lunedì, giorno in cui in viale Campania sarà effettuato un sopralluogo dalla sesta commissione, proviamo a riavvolgere il nastro. Lo facciamo, ricordando le tappe, sudatissime, dei lavori di realizzazione delle piste ciclabili.
Cominciamo ricordando il disappunto di tanti abitanti della zona di via Gabriele D’Annunzio. La strada, ubicata in pieno centro cittadino, sembrò subito la meno adatta per ospitare una pista ciclabile. Troppo intenso il traffico veicolare e troppo stretti i marciapiedi, per un disagio che, tutt’ora, interessa prevalentemente anziani e disabili che sono costretti a evitare di attraversarla. Proseguiamo con via Principe di Villafranca. In questo caso i 3,8 chilometri di nuova pista ciclabile realizzati vennero considerati come una sorta di vero e proprio sandwich. Gli ingredienti? Marciapiede – pista ciclabile – parcheggio – carreggiata – marciapiede. Il tutto condito dalla difficoltà (e la pericolosità) da parte delle auto di attraversare gli incroci.
Spostandoci poi verso i quartieri più residenziali, neanche in via Leopardi mancarono le polemiche. In quella arteria, solitamente intasata da veicoli, il cordolo separatore tra la carreggiata e la pista ciclabile è considerato anacronistico. Per non parlare delle macchine che vi parcheggiano tutt’ora e che, alla maggior parte dei palermitani, appaiono come immobili incolonnamenti nel bel mezzo della strada. Insomma, nonostante Palermo per costituzione urbanistica sembrerebbe luogo ideale per gli amatori delle biciclette, la realizzazione delle corsie a loro dedicate appare tutto fuorchè semplice. Si fa tanto parlare di greenway e di mobilità dolce, contesti in cui le due ruote senza motore dovrebbero avere il loro habitat naturale. Ma Palermo, che vuole tenersi al passo, proprio non riesce a trovare la soluzione.