Ponte sullo Stretto, Lega : “Il governo Conte umilia la Sicilia”

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Il Ponte sullo Stretto di Messina divide la politica

Il governo Conte umilia la Sicilia e ignora gli interessi e i diritti dell’isola. Lo sostiene l’europarlamentare della Lega Francesca Donato, che interviene sull’eterna vicenda del Ponte sullo Stretto, in occasione della legge di bilancio.

L’europarlamentare della Lega Francesca Donato

“Dopo la vergognosa decisione di escludere ogni possibilità di finanziare l’opera tramite i fondi europei – spiega – si dispone la definitiva chiusura della Società Stretto di Messina“. Società che è stata posta in liquidazione “senza affrontare seriamente – precisa l’esponente del partito di Matteo Salvini – la questione della mobilità da e verso la Sicilia”.

LE CRITICHE DELLA LEGA A PAOLA DE MICHELI E A NELLO MUSUMECI

Nello specifico, l’europarlamentare stigmatizza l’operato del ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Paola De Micheli. “Il progetto dell’opera, già allo stato preliminare – afferma – conteneva tutti gli studi necessari per valutare le possibili opzioni di collegamento e, non a caso, escludeva eventuali tunnel o iniziative similari”. “Il ministro – precisa Donato – crea invece l’ennesima task force per valutare le stesse iniziative già bocciate venti anni fa“.

Nel “mirino” dell’europarlamentare anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci : il governatore sarebbe colpevole di “non avere fatto sentire forte la voce dei siciliani”. “Mi sorprende fortemente – si rammarica Donato – che non sia ancora intervenuto contro questo modo vergognoso di trattare la Sicilia e l’intero Sud”. Secondo Donato, il Ponte sullo Stretto deve tornare ad assumere un ruolo centrale nell’agenda politica regionale e nazionale. “Il progetto esiste – precisa – ed è cantierabile, i fondi europei ci sono: il costo economico dell’isolamento territoriale dal resto del Paese non è più sostenibile”. “Né per i cittadini – aggiunge – né per le imprese né per le produzioni nostrane”.

LA LEGGE DI BILANCIO

A provocare il dissenso dell’eurodeputata, nell’ambito della stessa legge di bilancio, è la chiusura della società regionale Riscossione Sicilia.

“Anche in questo caso – afferma – tutto avviene nel silenzio del governo regionale, negando in via del tutto unilaterale l’autonomia speciale siciliana che comprende il diritto, per Statuto, di gestire le risorse finanziarie e fiscali”.

L’ APPELLO ALLA CLASSE POLITICA SICILIANA E A NELLO MUSUMECI

“Accettare in silenzio queste lesioni dei diritti dei siciliani – sostiene – è intollerabile in primis da parte del governo regionale, ma anche delle opposizioni”. “Tutta la classe politica regionale – prosegue in merito alla vicenda di Riscossione Sicilia – dovrebbe spingere per l’attuazione degli articoli statutari 36 e 37“. Articoli che danno il diritto di riscuotere le tasse prodotte sul territorio, anche dalle aziende che hanno sede legale in altre regioni.

“Credo inoltre, più in generale, che il presidente Nello Musumeci – commenta Donato – dovrebbe affrontare con maggiore coraggio le questioni che riguardano la Sicilia sui tavoli nazionali”.

A partire, secondo l’europarlamentare, dal rivendicare il diritto di presenziare in Consiglio dei Ministri in merito a tutte le vicende che riguardano la Sicilia.

“In questa fase di incertezza e instabilità – conclude – il ruolo delle istituzioni regionali è cruciale e chi lo riveste deve esercitarlo con coraggio, fermezza e perseveranza: la Sicilia ne ha bisogno e lo merita”.

TUTELA DELLE ISOLE, APPROVATO IL TESTO DEFINITIVO DI “REACT EU”

Sempre in tema di isole e svantaggi legati alla condizione insulare, il Consiglio e il Parlamento dell’UE hanno approvato il testo del regolamento del fondo “React Eu”.

Un passaggio di fondamentale importanza, secondo Donato, a tutela delle isole e delle categorie più svantaggiate.

“Grazie alla Lega – spiega – gli Stati membri dell’Unione europea destineranno le risorse economiche del fondo prevalentemente alle regioni insulari”. Un intervento che favorisce gli interessi delle isole e delle altre aree svantaggiate – rurali, montuose, poco popolate sviluppate – dell’Italia e dell’intera UE, con particolare attenzione rivolta alle categorie più colpite dalla crisi economica. “Adesso – auspica – ogni Paese in Consiglio dimostri flessibilità nei prossimi negoziati e non vanifichi i risultati ad oggi ottenuti”.