L’ondata di migranti dalla Libia, prevista per l’estate, è iniziata con 2.085 partenze nel fine settimana. Da venerdì sono arrivati da sole, con le Ong e con una nave della Marina 1.435 persone. Altre 650 sono state intercettate dai libici e riportate a terra. A Lampedusa dalla sera di venerdì scorso gli sbarchi sono stati sei, 723 le persone soccorse. In poche ore nell’hotspot delj’isola si è toccato il consueto picco di presenze. Solo il mare grosso e il forte vento hanno impedito altri arrivi. Il sindaco di Lampedusa Totò Martello ha lanciato un allarme rivolgendosi direttamente al premier Mario Draghi. «La sensazione ─ ha detto ─ è che nell’ultimo periodo sia cambiata nuovamente la rotta migratoria, a Lampedusa più che barchini di tunisini stanno arrivando barconi carichi di migranti provenienti dalle coste libiche. Siamo preoccupati, con la stagione estiva temiamo arrivi in massa. Al premier Draghi dico: ti ricordo che Lampedusa è la frontiera d’Europa».
Il sindaco di Lampedusa non ha tutti i torti ad essere preoccupato. Ormai il fenomeno dei viaggi dal Nord Africa con sbarchi in l’Italia ha raggiunto proporzioni economiche tali che i trafficanti di esseri umani non si nascondono più, e su Facebook o Whatsapp, oltre a tariffe e “assicurazione”, mettono a disposizione anche le informazioni per organizzare le partenze. Contattarli è semplice, postano i nomi e i numeri di telefono. Scrivono: «Chiamami, mandami un messaggio Whatsapp». Il costo della traversata, nella maggior parte dei casi, è di circa 5mila dinari libici, ovvero poco più di 900 euro. Garantiscono la partenza e assicurano che chi prenderà la via del mare sarà raggiunto dalle navi del soccorso. «Sbarco in Italia garantito al 100%», scrivono.
Molti mentre già sono a bordo inviano messaggi ai trafficanti, che li postano sui social come garanzia, per dimostrare che la «missione è compiuta», E quindi invogliare a nuove partenze. I profili degli scafisti e dei «tour operator» dei barconi sono aperti e ce ne sono decine. C’è solo l’imbarazzo della scelta. «Scegli me, viaggia con me”, scrive qualcuno. Altri sconsigliano di intraprendere il viaggio con qualche collega più «sfortunato», che ha fatto partire barconi poi affondati o che hanno avuto difficoltà. E assicurano: «Noi garantiamo sicurezza».
Nei profili, nella maggior parte dei casi, si nota comunque la tendenza a ricordare che si viaggia verso le navi del soccorso. Almeno questo accade per quanto concerne i viaggi dalla Libia, per lo più da al-Khoms o Zwara. Dalla Tunisia, invece, i natanti arrivano direttamente a Lampedusa. I trafficanti sono molto informati: «Il governo italiano – scrive qualcuno – ha prorogato al 31 luglio i permessi di soggiorno scaduti il 30 aprile». Citano questa comunicazione della Presidenza del Consiglio per invogliare ancora di più a partire chi prende il largo dai Paesi del Nord Africa. Così gli sbarchi continuano senza sosta, e, purtroppo, nonostante le «garanzie» anche i naufragi.