Quarantena, stop all’indennità: per l’Inps dal 2021 non è più una malattia

L’Istituto Previdenziale chiarisce che le somme verranno erogate solamente per l’anno 2020, limitatamente alle risorse disponibili. Ecco la circolare e la risposta dei sindacati

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L’Inps non rilascerà più un’indennità per la quarantena da Covid-19. Il periodo di “riposo forzato”, a causa di un possibile contatto, infatti, non è più considerato alla stregua di una malattia. Il tutto a seguito di una circolare con cui l’Inps ha chiarito che l’indennità di malattia per quarantena Covid non sarà erogata con provvedimento retroattivo al primo gennaio 2021. Diversamente, verrà garantita solo per tutto il 2020 e nel limite delle risorse disponibili.

La risposta dei sindacati non si è fatta attendere, ed è arrivata tramite una lettera firmata da Cgil, Cisl, Uil. I destinatari della corrispondenza sono i ministri Andrea Orlando e Daniele Franco. Nel testo si chiede esplicitamente che vengano tutelati i lavoratori dipendenti del settore privato in quarantena, così da potere loro assicurare le spettanze anche per l’anno corrente.

LA CIRCOLARE INPS

Per quanto attiene alla tutela della quarantena, di cui al comma 1 articolo 26 – comunica l’Inps – l’Istituto ha ricevuto indicazioni circa la validità, ai fini del riconoscimento dell’indennità previdenziale per l’anno 2020, delle certificazioni attestanti la quarantena con isolamento fiduciario redatte dai medici curanti. A seguito di ciò, le Strutture territoriali dell’Istituto hanno avviato le attività necessarie, sulla base delle valutazioni eseguite dai rispettivi Uffici medico-legali, ai fini della regolarizzazione dei certificati di competenza, precedentemente sospesi per carenza del provvedimento suindicato.

Al riguardo – procede il comunicatoconsiderato l’obbligo per l’Istituto, come più volte rappresentato, di non superare lo stanziamento previsto (pari per il 2020 complessivamente a 663,1 milioni di euro) e di eseguire un costante monitoraggio degli oneri, si procederà al riconoscimento, per l’anno 2020, delle tutele di cui al citato articolo 26 entro i limiti di spesa richiamati. Con l’occasione, si ricorda, come precisato nel citato messaggio n. 1667/2021, che il legislatore attualmente non ha previsto, per l’anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena. Pertanto, salvo eventuali interventi normativi, l’Istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all’anno in corso”.

LA RISPOSTA DEI SINDACATI

In riferimento al messaggio Inps n. 2842 del 6 agosto 2021 – scrivono i sindacati ai ministri – esprimiamo profonda preoccupazione per l’affermazione che l’Istituto, con valenza retroattiva a partire dall’1 gennaio 2021, non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per tutti i lavoratori dipendenti del settore privato. Questo mancato riconoscimento delle tutele si aggiunge a quello per i lavoratori fragili di cui comma 2 del citato articolo 26 – già sottoposto all’attenzione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, e del Ministro della Salute, Roberto Speranza, nella lettera da noi inviata il 28 luglio u.s. -, che non si vedranno riconoscere la prestazione dal 1 luglio 2021.

La mancata equiparazione dei periodi trascorsi in quarantena o sorveglianza fiduciaria a malattia pone, inoltre, seri interrogativi sia su come potranno essere riconosciuti tali periodi di assenza da lavoro per le lavoratrici e i lavoratori che improvvisamente si trovano privi delle tutele che erano previste dalla norma, sia su come sarà assicurata la copertura retributiva e contributiva. Siamo, quindi, a richiedervi un intervento normativo urgente che consenta all’Istituto di assicurare ai lavoratori le tutele previste dall’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 27/2020, dal 1 gennaio 2021 e fino al termine dell’emergenza sanitaria“.