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Rave party Modena: i partecipanti hanno lasciato l’area, sgomberato il capannone

Il rave party in un capannone abbandonato nella zona di Modena aveva preso il via sabato sera. E già domenica il neo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva dato mandato al prefetto di Modena e al capo della Polizia di adottare ogni iniziativa per interrompere la festa e liberare il capannone, raccordandosi anche con l’Autorità giudiziaria. Le operazioni di sgombero sono state concluse ieri. Il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli ha spiegato: «L’evacuazione ordinata della struttura, senza la necessità di alcuna prova di forza, è stato il risultato della positiva collaborazione tra istituzioni e forze dell’ordine sviluppata nell’ambito del Cposp all’insegna del senso di responsabilità e della scelta del dialogo e della mediazione». I partecipanti prima d’andare via,  hanno anche ripulito l’area occupata

Trattative con i partecipanti e gli organizzatori del rave

Le operazioni di sgombero sono iniziate in maniera morbida: le forze dell’ordine hanno imbastito una trattativa con i partecipanti al rave. Un funzionario di polizia munito di megafono ha detto, rivolgendosi ai partecipanti: «Non entriamo, siamo qui perché l’edificio è pericolante e va posto sotto sequestro. Non siamo qui per voi, ma per la struttura che è pericolosa. Non entriamo. A noi non interessa cosa fate, noi siamo a presidio della struttura».  Quando le forze dell’ordine si sono avvicinate al capannone, dopo un primo momento di tensione, ma poi i ragazzi presenti hanno iniziato a  lasciare l’edificio,  e ordinatamente si sono riversati in autostrada con i loro mezzi. Altri hanno iniziato a smontare le casse e le strutture usate per il rave. Durante i controlli, gli agenti hanno identificato oltre 1000 persone. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Matteo Salvini, sui social ha commentato: “Pugno duro contro droga, insicurezza e illegalità. È finita la pacchia”.

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Redazione PL