Razza in un’intercettazione: “Spalmiamo il numero dei morti”
Intercettata una conversazione con la Di Liberti
C’è anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza tra gli indagati nell’inchiesta sui dati Covid falsificati in Sicilia. Tre persone si trovano ai domiciliari con l’accusa di falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. Proprio Razza e il suo braccio destro Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico che si trova in stato di misura cautelare dei domiciliari, sono soggetti di un’intercettazione.
A novembre 2020 in una chiamata viene chiesto all’assessore come gestire i morti del Comune di Biancavilla; Razza dice di “spalmare un po’ il numero dei decessi”. Ah, ok – risponde Di Liberti – allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene?”. “Ok”, risponde l’assessore Razza.
In quel periodo la Sicilia era passata in zona arancione e Razza aveva espresso tutta la sua delusione sulla decisione del governo nazionale. Inoltre, come riportato dal gip lo stesso assessore aveva fatto mea culpa parlando con la Di Liberti “per non essere riusciti ad assicurare la buona gestione dell’emergenza sanitaria”.
“Letizia è inutile che facciamo stare in piedi sacchi vuoti… – prosegue Razza – c’è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa gravissima sottovalutazione è scritto in quegli indicatori, poi secondo me sono sbagliati perché mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero! … E chissà da quanto! “.
“La Di Liberti – spiega il gip – sostiene che i dati sono quelli estrapolati dalle piattaforme informatiche, al che l’assessore le fa notare, con rammarico, che nessuno lo ha mai informato della grave criticità emersa, a suo dire, da un raffronto dei dati della Regione Siciliana con quelli comunicati dalle altre Regioni”.
Nel registro degli indagati della Procura di Trapani al momento risultano 7 persone. Nel giro di cinque mesi, da novembre, sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma; l’ultimo risalirebbe al 19 marzo 2021. Effettuate perquisizioni domiciliari alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini, acquisite email e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.