Reddito di cittadinanza, Quota 100, riforme fiscali, sussidi. I nodi al pettine dello Stato stanno per essere sciolti. O così si preannuncia a fine estate 2021. Settembre vedrà inoltre impegnati Governo e Parlamento sulla legge delega sul Fisco e ddl concorrenza. In vista delle elezioni comunali, gli argomenti d’economia saranno terreno di battaglia tra le coalizioni. Vediamo la situazione nel dettaglio.
Il primo fascicolo da archiviare è quello del Fisco. Più precisamente si partirà dall’abolizione dell’Irap. La Presidenza del Consiglio si è già espressa in maniera favorevole. Non ha dimostrato lo stesso atteggiamento, invece, per altre misure. Quali? In primis la proposta di Letta – Partito Democratico – di addebitare nella tassa di successione dell’1% più ricco una dote di 10.000€ ai diciottenni. Le sue parole. “…Per garantire alla generazione che più ha pagato il Covid un’opportunità di formazione, l’impegno in attività economiche, la possibilità di andare a vivere per conto proprio”. In secundis la proposta di Salvini sulla Flat Tax. “Il nostro obiettivo è la flat tax con un’unica deduzione fiscale che assorbirà tutte le detrazioni. Vogliamo portare al 15% l’aliquota fino a 55.000 euro di reddito familiare. Ci saranno benefici per 20 milioni di famiglie e 40 milioni di contribuenti.” Queste le parole del leader della Lega.
Ciò che è invece condiviso da tutti è la riduzione della terza rata Irpef, ma le disponibilità economiche non sono adeguate.
Rimanendo in tema di scarsità di risorse, sarebbero previsti ammortizzatori sociali universali per tutti i lavoratori. Siano essi autonomi o precari. Tuttavia al momento il costo della proposta di Andrea Orlando si aggira tra i 6 e gli 8 miliardi. Decisamente troppi, considerando che al momento c’è solo un miliardo e mezzo ricavato dalla sospensione del cashback. Arriviamo quindi al nodo fondamentale della faccenda. L’argomento che sarà area di disputa tra M5S e Lega. Salvini è pronto a far guerra al reddito di cittadinanza e ha già annunciato che ha intenzione di riutilizzare le risorse per prolungare il progetto Quota 100. D’altro canto Giuseppe Conte ha cercato di tutelare l’RdC definendolo una “una misura di civiltà”. Certo è che secondo tutte le forze politiche, compreso il M5S, avrebbe bisogno di una misura per favorire le politiche attive del lavoro. Ultimo, non di certo per importanza, il tema scottante delle pensioni. Il pensionamento anticipato non sarà rinnovato. La pensione di vecchiaia quindi sarà lasciata così com’è: 67 anni di età minima. Ne risentiranno i sindacalisti di tutto lo stivale che si battono per una politica più flessibile: 62 anni di età o 41 di contributi.