E’ stato pubblicato questa mattina sul sito del Comune di Palermo l’avviso e il modello per la presentazione dell’istanza per il Reddito di libertà. Si tratta del beneficio che si rivolge alle donne vittima di violenza di genere, senza figli o con figli minori, in condizione di povertà e di particolare vulnerabilità, in carico ad un Centro anti-violenza riconosciuto dalla Regione.
Fino al 31 dicembre 2021 queste possono richiedere il beneficio corrisposto dall’INPS. Questo è pari ad euro 400 per un massimo di dodici mensilità; lo scopo è quello di sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli/figlie minori.
Il Reddito di libertà è compatibile con altri strumenti di sostegno, come il Reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (ad esempio, Rem, NASpI, Cassa integrazione guadagni, ANF, ecc.).
L’INPS chiarisce che al raggiungimento del limite regionale/provinciale della somma prevista per il reddito di libertà non sarà consentito l’accoglimento di nuove domande. Ciò salvo l’eventuale incremento del budget con risorse aggiuntive statali o regionali. Si raccomanda, quindi, di presentare le istanze il prima possibile.
Cliccando sul link è possibile consultare la circolare dell’Inps n°166 dell’8 novembre 202.
Destinatarie del contributo sono le donne vittime di violenza di genere, residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie. Incluse anche le cittadine di Stato extracomunitario, aventi lo status di rifugiate politiche o il riconoscimento di protezione sussidiaria o in possesso di regolare permesso di soggiorno.
La donna vittima di violenza che intende richiedere il Reddito di libertà deve recarsi presso il Centro antiviolenza dal quale è presa in carico, riconosciuto dalla Regione e dai servizi sociali. Qui dovrà compilare l’attestazione contenuta nel modello di istanza predisposto dall’INPS, pubblicato sul sito del Comune di Palermo. Si attesterà così il percorso di emancipazione e autonomia da lei intrapreso, seguito dal Centro antiviolenza. Senza tale attestazione la domanda non può essere presentata.
Successivamente la richiedente deve prendere appuntamento con il Servizio Sociale comunale che l’ha in carico (o, ove non dovesse essere in carico, con il Servizio Sociale di Comunità competente per residenza) per ottenere l’attestazione del Servizio Sociale circa la sua condizione di bisogno. Sarà il Comune poi ad inoltrare l’istanza all’INPS, utilizzando apposita piattaforma.
“Una buona opportunità per aiutare le donne vittime di violenza ad uscire dalla loro difficile condizione”, dichiara l’assessora alla Cittadinanza Solidale, Maria Mantegna.