Cronaca di Palermo

Sicilia, le nuove regole: oggi aperti i panifici, chiusi i supermercati

Note su note, che se da una parte vanno ad integrare i precedenti Dpcm, dall’altra, se non cominicate per tempo rischiano di far saltare i piani degli esercenti. E le reazioni, vedi quella tramite video su facebook di Francesco Massaro, titolare dell’omonima pasticceria, potrebbero essere veementi. L’ultima in ordine di tempo spiega che domenica anche i panifici in Sicilia potranno tenere alzate le saracinesche con le regole della ristorazione. Dunque sarà possibile solo il servizio da asporto. Rimangono chiusi supermercati e centri commerciali.

Sicilia: secondo le ultime direttive i supermercati rimarrano chiusi

IN ATTESA DEL VACCINO MISURE VIGENTI UNICHE A CONTENERE IL VIRUS

L’attuale situazione emergenziale da Covid-19 comporta numerose complessità da gestire – si legge nella nota -. Si fa appello al più alto senso di equilibrio e buon senso a cui devono essere ispirate le azioni delle amministrazioni locali e delle stesse istituzioni regionali, consapevoli che qualsiasi scelta intrapresa porta in sé atteggiamenti contrari ma anche di consenso.
Le misure di distanziamento sociale e di isolamento sono oggi le uniche (mancando il vaccino) che possono far ridurre i contagi, i ricoveri ospedalieri e le vittime”.
In Sicilia come altrove.

LE ALTRE ATTIVITA’ A CUI E’ CONCESSA L’APERTURA DOMENICALE

Domani, dunque, nuove regole in Sicilia. Oltre all’asporto nella ristorazione è consentita l’attività dei negozi di piante e fiori ma solo negli orari di apertura dei cimiteri. Aperte anche le farmacie, le parafarmacie, le edicole e le rivendite di tabacchi. Rimane consentita la vendita con consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

La Sicilia rimane zona arancione fino al 3 dicembre, salvo imprevisti. Il ministro Speranza ha firmato la nuova ordinanza nella giornata di venerdì. La prossima settimana si svolgerà un tavolo tecnico con le Regioni, l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute per decidere se apportare modifiche ai famosi 21 parametri di cui si è tenuto contro per classificare le aree di rischio. 

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Redazione PL