Reperti archeologici, Carabinieri restituiscono importanti beni al Perù

Quattro beni che erano stati sequestrati in altrettante operazioni in Italia dell’Arma dei Carabinieri

reperti

il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, ha restituito a S.E. Julio Eduardo Martinetti Macedo, Ambasciatore del Perù a Roma, quattro beni culturali appartenenti alla Repubblica peruviana.

L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo TPC di Roma, ha consentito il recupero del cantaro e dell’olla in ceramica. A seguito di una segnalazione anonima, i militari avevano sequestrato 19 reperti di presumibile interesse storico-archeologico, risalenti alle civiltà precolombiane e/o preispaniche. I beni erano custoditi presso i locali di un convento romano.

Dalle indagini si è accertato che dei 19 reperti archeologici sequestrati, solo due erano indiscutibilmente autentici e ascrivibili al periodo “intermedio tardo” (1000 d.C. – 1476 d.C.), provenienti dalle culture delle coste settentrionali e centrali del Perù.

I funzionari del Ministero della Cultura peruviano hanno richiesto la restituzione dei due beni archeologici in quanto pertinenti al patrimonio culturale dello Stato. A ottobre 2019 è arrivato il relativo decreto di dissequestro e restituzione dei due beni autentici alle Autorità peruviane; mentre i restanti 17, considerati non autentici, sono stati affidati al Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma.

UN REPERTO RITROVATO A PALERMO

Nel febbraio 2015 i Carabinieri del Nucleo TPC di Palermo avevano sequestrato un’anfora fittile a seguito di una perquisizione nei confronti di un indagato il quale faceva parte di un’associazione per delinquere dedita al traffico illecito internazionale di beni archeologici provenienti da scavi clandestini in Sicilia. Gli esami tecnici effettuati dal personale del Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma ne hanno attestato l’autenticità e la riconducibilità alla cultura Chancay (1000-1300 d.C.) della costa centrale del Perù. E nel 2019 la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto l’expertise sul bene e la formale rivendicazione da parte delle autorità peruviane, disponendone così il dissequestro. E, successivamente la restituzione in favore della rappresentanza diplomatica peruviana.

Anfora fittile, con due anse a nastro, corpo globulare, alto collo emisferico e fondo piano appartenete alla Cultura Chancay (1000-1300 d.C.) della costa centrale del Perù

Infine nel 2017 in un sequestro di reperti archeologici nei confronti di un soggetto di Nuoro, I Carabinieri del Nucleo TPC di Cagliari hanno individuato un’anfora peruviana di stile precolombiano della cultura Pativilca, databile tra il 200 d.C. e il 900 d.C.

Gli accertamenti successivi hanno confermato l’autenticità del reperto archeologico, di cui lo Stato, tramite la Rappresentanza diplomatica, ha richiesto la restituzione. L’Autorità Giudiziaria ha quindi disposto il dissequestro e la restituzione del bene in favore dell’Ambasciata della Repubblica del Perù a Roma.

Anfora dal bordo ogivale, di stile precolombiano, proveniente dalla cultura “Pativilca”, databile tra il 200 e il 900 d.C.