Ridotte le pene ai due americani per l’omicidio del carabiniere Cerciello

I due americani responsabili della morte del vicebrigadiere Cerciello, in primo grado erano stati condannati all’ergastolo. Polemici i difensori degli imputati

Nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere  Mario Cerciello Rega, la Corte d’Assise d’Appello di Roma, ha ridotto le condanne ai due imputati americani. In primo grado i giudici avevano dato l’ergastolo. Invece ventiquattro anni di carcere per Finnegan Lee Elder , e ventidue per Gabriel Natale Hjorth. L’accusa aveva chiesto la conferma dell’ergastolo per Elder e 24 anni per Hjorth. Il pg Vincenzo Saveriano, nella sua requisitoria del 10 febbraio scorso, aveva detto: «Il delitto è efferato, ai limiti della crudeltà, ed Elder ha affondato il coltello, lasciando sul corpo della vittima anche i segni dell’anello alla base della lama. Ha colpito 11 volte in 15 secondi… Se lo avesse fatto per fuggire, gli sarebbero bastati due fendenti». Nella stessa sentenza c’è stato il rinvio  a giudizio per falsa testimonianza di Italo Pompei, il presunto pusher al quale si erano rivolti i due americani la sera dell’omicidio.

I COMMENTi DELLA VEDOVA E SEGLI AVVOCATI

Subito dopo la sentenza il commentola moglie di Cerciello, Rosa Maria Esilio, ha detto: «Il sacrificio di mio marito non deve essere dimenticato. Un servitore dello Stato ucciso nel momento più felice della sua vita . Il dovere della memoria non è solo di noi familiari, ma di tutti». Invece è stato polemico l’avvocato Attilio Borzone, difensore di Elder, che ha parlato di sentenza «indegna» ed ha aggiunto: «Restano le 53 bugie del testimone principale, il carabiniere Varriale». Invece Francesco Petrelli, il difensore dell’altro americano Hjorth , spiegando che «i giudici hanno concesso le attenuanti generiche», non ha nascosto «una grande delusione. Perché avevamo sicuramente dimostrato l’estraneità di Gabriel a questo grave fatto omicidiario, e ci aspettavamo fosse riconosciuta la sua innocenza».

L’OMICIDIO DI CERCIELLO

L’assassinio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega risale alla notte del 26 luglio 2019. Dopo un tentato acquisto di droga non andato a buon fine, i due americani, che  all’epoca erano diciannovenni, rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, l’uomo che aveva indicato loro il pusher Pompei. L’uomo chiese aiuto al 112, e Cerciello, con il collega Andrea Varriale, fu inviato in soccorso per fermare la tentata estorsione messa in atto dagli americani. I due per restituirere il borsello   pretendevano 100 euro e della cocaina.  Quando i militari cercarono di bloccarli, Elder reagì colpendo a morte Cerciello, prima di darsi alla fuga con l’amico. La mattina dopo l’arresto in un albergo del quartiere Prati, poco distante dal luogo dell’omicidio. Erano pronti a lasciare l’Italia e avevano nascosto in un controsoffitto il coltello, con lama da 18 centimetri, usato nell’agguato. Elder lo aveva portato con sé dagli Stati Uniti.

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