Roberto Lagalla nuovo sindaco di Palermo, netta vittoria al primo turno

Il professore si aggiudica il 48% dei voti, seguito da Franco Miceli con il 29% e da Fabrizio Ferrandelli con il 14,%

sindaco

Roberto Lagalla eletto sindaco di Palermo con poco più del 48% delle preferenze.
Il competitor diretto, Franco Miceli – secondo per numero di voti tra i candidati al ruolo di primo cittadino, con il 29%- era l’opzione più autorevole per il PD che, tuttavia, non è riuscito a trarre alcun vantaggio dal percorso a ostacoli che, solo nell’ultimo mese, ha condotto a una candidatura unitaria nel centro-destra.
E poi, c’erano gli outsider Fabrizio Ferrandelli e Rita Barbera: il primo, non è riuscito nell’intento di portare Roberto Lagalla al ballottaggio, ma ha ottenuto un risultato più che lusinghiero che si attesta intorno al 14%.
La seconda, non ha superato neppure la soglia di sbarramento del 5%.
I numeri finali hanno dato pienamente ragione alla pervicacia dell’ex Rettore che, già nel 2021, aveva manifestato, apertis verbis, la volontà di amministrare Palermo.
Una corsa, quella che lo ha condotto all’elezione a sindaco, ostacolata da non poche opposizioni, a partire proprio da quel centro moderato al quale, ideologicamente, Roberto Lagalla ha sempre manifestato di appartenere.

MODERATISMO ED EQUILIBRIO

Se, sulle qualità personali e sull’autorevolezza politica e istituzionale di Roberto Lagalla ben poche sono state le voci critiche anche da parte di detrattori e avversari, è stato tuttavia il fattore umano a rivelarsi vincente per l’ex componente della giunta regionale guidata da Nello Musumeci.
Sì, perchè proprio Roberto Lagalla, che palermitano non è – nativo di Bari, si è trasferito nel capoluogo siciliano quando aveva appena due anni – durante la campagna elettorale ha rivelato doti di empatia, ironia e capacità immediata di sintonizzarsi con le istanze del territorio che in molti non conoscevano.
Il professore ha dialogato con le periferie, con i mercatari, con le categorie produttive e l’associazionismo; ha ascoltato i commercianti, il mondo della scuola, i sindacati.
E ha dimostrato una singolare capacità di “incastrarsi” intelligentemente con i compagni di viaggio.
Inclusi gli esponenti di quella destra sovranista che raramente risulta sovrapponibile alle istanze moderate dell’UDC.
Ovvero, il partito nel quale il nuovo sindaco è transitato l’anno scorso, portandovi all’interno il movimento politico da lui fondato nel 2017, Idea Sicilia.

POLEMICHE SUI CONDANNATI 

Se è vero che, per molti osservatori, l’esito finale della corsa a sindaco appariva addirittura scontato, non si è trattato certo di una campagna elettorale priva di rancori e veleni, anzi.
Il tema dell’eterno rapporto tra mafia è potere è entrato a gamba tesa nel dibattito politico, pur senza essere affrontato nel merito.
“Colpa” dell’endorsement di Marcello Dell’Utri e dell’ingresso nella coalizione di centro-destra della DC Sicilia nuova.
Ovvero, il partito di Totò Cuffaro – riuscito a superare la soglia del 5 % –  condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento personale verso soggetti appartenenti a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio.
Un ritorno alla vita politica attiva, quello dell’ex governatore, certamente avversato dall’area progressista e accolto da qualche malumore anche nell’alveo del centro -destra.
Senza dimenticare gli arresti di Pietro Polizzi e Francesco Lombardo, rispettivamente candidati in Forza Italia e Fratelli d’Italia, per scambio elettorale politico-mafioso: un’ombra pesante che, però, non ha scalfito la volontà dei palermitani.

UN’AGENDA COLMA DI EMERGENZE

Il tutto, malgrado l’evidente scollamento tra cittadinanza e istituzione comunale, testimoniato da un’affluenza certamente modesta, sulla quale hanno gravato i disservizi legati alle assenze di scrutatori e presidenti di seggio.
E un finale play off che ha messo in secondo piano i destini della città, almeno per un giorno.
Nella sostanza, però, poco è cambiato rispetto alle previsioni iniziali di vittoria netta del centro-destra.
Per Roberto Lagalla si preannuncia un quinquennio di lavoro dai ritmi serrati, a partire dalle emergenze : in primis, risanamento dei conti e raccolta dei rifiuti.
Due punti focali, congiuntamente al caos delle sepolture impossibili al cimitero dei Rotoli.
Un vulnus emotivo e sociale difficile da gestire, anche per la giunta che verrà.
A tal proposito, il nuovo primo cittadino ha preannunciato una squadra composta da tecnici e politici.
“La prerogativa di ogni assessore – ha detto – sarà la competenza : occorrerà lavorare sui macro- temi, attuando una sinergia con dirigenti e consulenti a titolo gratuito”.
L’obiettivo è duplice: guarire il bilancio e spendere compiutamente i fondi dell’Unione Europea.

UNA VITA TRA ATENEO E POLITICA 

Almeno sulla carta, al nuovo sindaco non mancano né l’esperienza né le competenze necessarie.
Né l’appeal per competere, sul terreno culturale, con Leoluca Orlando.
A differenza del predecessore, che ha declinato il proprio impegno politico soprattutto nel ruolo di primo cittadino – per circa quarant’anni, sebbene a fasi alterne – Roberto Lagalla, classe 1955, vanta un curriculum che parla soprattutto di esperienze prestigiose in ambito accademico e universitario.
Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1979,  è specialista in radiologia diagnostica e radioterapia oncologica dal 1983 e ordinario di “diagnostica per immagini e radioterapia” presso l’Università degli Studi di Palermo.
Al suo attivo, oltre quattrocentocinquanta pubblicazioni scientifiche.
Dal 2001 al 2006 ha ricoperto il ruolo di presidente del Polo Universitario della Provincia di Agrigento.
Tra il 2008 e il 2015, invece, è stato Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Palermo.
Ha ricoperto per ben due volte il ruolo di assessore della Regione Siciliana.
La prima, per un breve arco temporale , dal 2006 al 2008, alla guida della Sanità.
La seconda, dal 2017 fino ai primi mesi del 2022, in qualità di titolare dell’Istruzione e della Formazione.
Due deleghe nevralgiche, queste ultime, che hanno fatto i conti con i disagi del mondo scolastico alle prese con le restrizioni da Covid 19 e con le macerie lasciate dall’esecutivo di Rosario Crocetta, fautore di un repulisti tanto radicale quanto inefficace degli enti di formazione.
Nel 2017 Roberto Lagalla viene eletto deputato all’Assemblea Regionale Siciliana.