Dopo oltre 80 giorni di guerra, il ministero della Difesa britannico fotografa una fase d’incertezza della Russia nel conflitto in atto. Infatti, secondo l’ultimo aggiornamento dell’intelligence inglese, nella guerra in Ucraina, Putin ha perso un terzo delle sue truppe di terra. Ed inoltre l’offensiva nel Donbass ha perso slancio e ha accumulato un “ritardo notevole”. Nella nota si legge: “Nonostante progressi iniziali su scala ridotta, nell’ultimo mese la Russia non è riuscita a ottenere conquiste territoriali sostanziali, mantenendo livelli di logoramento costantemente elevati. Insomma non ha visto
«nessuna sostanziale vittoria nell’ultimo mese». L’intelligence ha stimato che la fase 2 dell’invasione non procede come previsto. Aggiungendo che non ha visto «nessuna sostanziale vittoria nell’ultimo mese». In questo scenario, Londra ritiene «improbabile nei prossimi 30 giorni un’accelerazione importante nell’avanzata». Valutazioni condivise dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo cui la Russia nel Donbass «si trova a un punto morto». Tanto che, secondo lo stato maggiore ucraino, Mosca starebbe addestrando 2.500 riservisti al confine per cercare di colmare le perdite.
A Mariupol intanto nell’acciaieria Azovstal i russi continuano a colpire l’ultima sacca di resistenza. Anche in modo brutale, ricorrendo a «bombe incendiarie o al fosforo», come ha denunciato il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko. Secondo cui, tra l’altro, su alcune bombe sono state scritte le parole pronunciate dalla band ucraina Kalush dopo la vittoria all’Eurovision, proprio per salvare l’acciaieria sotto assedio. Le mogli dei militari ucraini bloccati sotto i tunnel insieme a circa 600 feriti feriti, denunciano che i loro mariti «ormai hanno perso le speranze e si preparano alla battaglia finale». Ma da Mosca non sono arrivati segnali incoraggianti. Il consigliere di Putin, Vladimir Medinsky, ha chiarito che i «criminali di guerra» di Azov non possono essere oggetto di «negoziati politici».