Scuola, la task force ha deciso: domani si torna tra i banchi in Sicilia
La riunione, durata all’incirca tre ore, è approdata alla decisione di riaprire gli istituti scolastici nella giornata di domani, 13 gennaio
In Sicilia si torna a scuola domani, giovedì 13 gennaio. Questo il risultato della task force regionale convocata per la mattinata di oggi dall’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla. La riunione, durata all’incirca tre ore, ha visto la presenza dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, dei dirigenti dell’ufficio scolastico regionale, del prof. Gianni Puglisi per gli Atenei dell’Isola. Presente inoltre una rappresentanza degli studenti, i sindacati e l’Ance.
L’assessore Lagalla ha dichiarato che “non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attività didattiche”. Dopo l’iniziale rinvio della riapertura deciso sabato 8, dunque ora la task force si pronuncia per il ritorno in presenza a scuola nella giornata di domani. Non si aggiungono quindi altri due giorni alla proroga, così come inizialmente si era ipotizzato.
“Dopo un breve rinvio, ampiamente motivato da ragioni di opportunità organizzativa e sanitaria, da domani gli studenti siciliani rientreranno in classe. Nessuno nasconde le difficoltà operative alle quali, così come nel resto d’Italia, si potrà andare incontro anche in Sicilia. Il riferimento è all’andamento della pandemia e alla estrema diffusività del virus che, per fortuna, si manifesta prevalentemente in forme cliniche blande o del tutto asintomatiche”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
“Anche su richiesta dell’Anci – sottolinea l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla – l’assessorato regionale alla Salute rafforzerà ulteriormente le operazioni di campionamento e vaccinazione della popolazione scolastica. Anche di quella nella fascia 5-11 anni che, ad oggi, rimane la più scoperta in termini di immunizzazione. Al contempo, sarà possibile adottare la Dad in coincidenza con situazioni di straordinaria elevazione del rischio infettivo, sempre sulla base della conoscenza dei dati sanitari. Il rientro in presenza garantisce la riaggregazione virtuosa delle comunità scolastiche ma è nostro dovere mantenere alta l’attenzione verso l’andamento della situazione pandemica che, comunque, non trova, all’interno delle scuole, il suo maggiore punto di alimentazione, visto il rispetto delle misure di sicurezza e protezione previste, per le istituzioni educative, dalle norme nazionali e regionali”.
Scuola, il temuto rientro
Perplessità sul rientro giungono dal mondo dei sindacati. Flc Cgil Sicilia, Cgil Sicilia, Fp Cgil Sicilia e Cisl Scuola Sicilia, in particolare, hanno sottolineato l’importanza del tracciamento e della fornitura delle mascherine FFP2 per garantire un ritorno tra i banchi in sicurezza. Tra le criticità segnalate, anche quella relativa alla scuola dell’infanzia e alla particolare contagiosità della variante Omicron tra gli alunni di questa fascia di età (qui le note dei sindacati).
“Al di là delle polemiche, se si ascoltano le esigenze giunte in modo unanime dalle scuole e dai Comuni, allora questo rinvio della riapertura di tre giorni e fino anche a cinque giorni, è utile per fare fronte alle nuove misure anti-Covid”. Così aveva dichiarato, qualche giorno fa, l’assessore regionale all’Istruzione, a margine della cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’Università di Palermo. “Abbiamo già previsto un calendario largo – aveva aggiunto – in relazione all’andamento della pandemia e quindi siamo in grado di fare fronte a questa esigenza”.
Tuttavia, per l’ufficialità sulla questione si aspettava la task force prevista per oggi. L’esito appare in linea con le direttive nazionali. “Si chiede ai ragazzi di non andare a scuola e poi la sera vanno in pizzeria e fanno sport tutto il pomeriggio? Non ha senso – aveva affermato il premier Mario Draghi negli scorsi giorni -. Non si può chiudere la scuola prima di tutto il resto. Ma se chiudiamo tutto torniamo all’anno scorso e non ce ne sono i motivi”.
L’assessore Lagalla invierà dunque la richiesta al Governo nazionale di misure più restrittive per tornare in didattica a distanza.