Clamorosa sentenza del Tar, che ha bollato come erronea una interpretazione delle norme tecniche di attuazione adottata dal Suap, Sportello unico delle attività produttive. I giudici hanno accolto il ricorso della Roberto Abate Spa, proprietaria dell’area, che sosteneva la possibilità di potere cambiare la destinazione industriale e commerciale dell’area nella zona di Tommaso Natale, quella dove c’è il vecchio stabilimento della Coca Cola, per intenderci. Il Suap a suo tempo ha bocciato il cambio di destinazione degli edifici di questa zona, basandosi su un parere dell’avvocatura comunale.
Questa decisione ha fatto perdere alla città importanti occasioni per potere godere di importanti insediamenti produttivi. Quindi di tante occasioni che avrebbero portato nuovi posti di lavoro. Infatti sono naufragati i progetti della realizzazione di un cinema multisala con undici sale, e quello della Decathlon, che si era mossa per un investimento di 20 milioni di euro. Gli uffici del Suap, nel prendere queste decisioni si sono basati su un parere dell’avvocatura comunale. E di volta in volta sono state bocciate le iniziative avanzate, con la motivazione che la destinazione urbanistica dell’area «non è compatibile con la destinazione commerciale proposta», basandosi sulle norme tecniche di attuazione. Sostenendo quindi che la zona è classificata D, ovvero insediamento industriale, per cui vi si possono installare attività «industriali, artigianali e simili».
RICORSO AL TAR
I dirigenti della proprietà, la Roberto Abate Spa, non hanno accettato questa interpretazione, e si sono rivolti al Tar. Adesso è arrivata la sentenza, che ritiene il provvedimento comunale viziato da «illogicità manifesta e contraddittorietà» ed «eccesso di potere per carenza di motivazione». Nel dispositivo è spiegato che è illogico accettare il principio in base al quale in queste aree sarebbe possibile costruire nuovi edifici commerciali, mentre non sarebbe possibile riconvertire quelli esistenti, come aveva teorizzato il Comune, interpretando alcune norme. Ovviamente l’opposizione si è infiammata, sostienendo che questa sentenza è una chiara e netta bocciatura dell’amministrazione. Che non favorisce lo sviluppo, e fa scappare gli imprenditori con decisioni illogiche. E pretende le scuse del sindaco e dell’assessore.
Adesso che il Tar ha chiarito come stanno le cose, è possibile che per l’ex Coca Cola si riapra la partita di Decathlon? Il colosso francese delle attrezzature e abbigliamento sportivo è sempre interessato a Palermo, e non ha mai rinunciato all’idea di essere presente nel capoluogo siciliano. Tanto è vero che recentemente ha annunciato l’intenzione di rilevare i 3500 metri quadrati lasciati liberi dal supermercato Auchan nel centro Conca d’oro. Ma anche in questa occasione per Decathlon non sta andando tutto liscio, perché non intenderebbe assumere tutti i lavoratori dell’ex Auchan, come invece vorrebbero i sindacati. In ogni caso si può affermare che o a Tommaso Natale oppure al Conca d’oro di Fondo Raffo, Decathlon sarà a Palermo.