Si sa bene che la rinascita di Palermo passa anche dal recupero e dalla valorizzazione delle sue borgate marinare. Nonostante ciò, molte delle risorse per gli interventi messi in cantiere vengono puntualmente disperse. Così come i progetti prima sbandierati e poi dimenticati in un cassetto. È il caso di Sferracavallo, la cui vista sul golfo riempie da sempre gli occhi dei palermitani e quelli dei turisti. Gli stessi che però, da un punto preciso del litorale, sono offesi da decenni dalla presenza di una costruzione abbandonata. A illustrarci la storia dell’edificio in questione è Simone Aiello, residente della zona sempre molto attento a quanto accade attorno a lui.
“Assieme a quella costruita a Terrasini, la struttura sarebbe servita per fornire soccorso in mare. Fu costruita sull’onda emotiva delle stragi aeree verificatesi tra gli anni ’70 e ’80.” Si parla in particolare del volo di linea dell”Alitalia 4128 proveniente da Roma-Fiumincino prossimo ad atterrare a Punta Raisi. Erano le ore 00:38 del 23 dicembre del 1978, quando il velivolo impattò sul Tirreno a circa 3 km a nord dello scalo palermitano. Si parlò di un black hole approach, un’illusione ottica che avrebbe tratto in errore i piloti. Morirono in 108 compresi i 5 membri dell’equipaggio.
“La struttura di Sferracavallo fu però progettata male, in quanto appoggiata sugli scogli e per questo esposta alle intemperie quali il maestrale ma soprattutto la tramontana. Era il 1986, e quando sembrava ormai pronta per divenire operativa, le condizioni non proprio ideali ne bloccarono l’utilizzo. Addirittura, pochi mesi dopo, sempre in quell’anno, venne emanata una legge che vietava di costruire a meno di 150 metri dalla costa“.
“Non più in sicurezza, l’edificio negli anni versò in uno stato di crescente abbandono, fino a ridursi alla mercè dei teppisti che finirono di distruggerla – ricorda Simone Aiello – . Oggi le fondamenta sono compromesse anche dalla salseldine. Da una decina di anni abbiamo cercato di monitorare la situazione, per capire innanzitutto a chi appartenesse, dal momento che nel mezzo c’erano la Regione, il Comune e la Guardia Costiera. Finalmente, nel 2016, dopo avere faticato non poco, abbiamo appurato che il bene appartiene alla Regione e che è stato dato in affidamento alla Capitaneria di porto.
Sembrava anche che fosse stata trovata la soluzione: tutti erano d’accordo per l’abbattimento. Senonchè, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, a causa del troppo tempo trascorso tutto si è arenato. Prova ne è che la Guardia Costiera stessa, per metterla in sicurezza evitando di esporla ai vandali, ha deciso bene di chiudere tutti gli accessi e di tombarla. Da allora, dal 2018, non si sa più nulla”.
Amareggiato per la piega presa dalla vicenda, Simone Aiello, intervistato da Palermo Live ricorda.”Si tratta di un punto particolarmente ideale per ammirare i colori cangianti del bellissimo mare di Sferracavallo. Quell’edificio rappresenta il classico pugno nell’occhio. L’ennesima dimostrazione della mancanza di volontà nel rendere più curato e apprezzabile il nostro territorio. A causa del mancato controllo delle concessioni si è poi verificato un altro fatto paradossale. Dal virtuoso progetto, in seguito naufragato, di costruirci un pontile per i portatori di handicap, si è passati nel concedere la licenza ad altri per la costruzione di un chioschetto a cui in seguito è stato dato fuoco.
Fortunatamente, è di questi giorni la rimozione del piccolo bar intimata dalla Guardia Costiera. Ma per quanto riguarda il futuro dell’area in questione è tutto un’incognita. Conoscendo le situazioni strane che si verificano nella nostra Regione, temo che sia più realistico pensare ad altre concessioni che non alla risoluzione definitiva del problema“.