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Si scava per salvare Rayan, l’Alfredino del Marocco: una roccia ostacola i soccorritori

E’ una storia che ricorda molto quella di Alfredino Rampi quella di Rayan, il bambino di 5 anni bloccato in fondo a un pozzo da cinque giorni in Marocco. Il piccolo stava giocando nei campi vicino a casa sotto lo sguardo del padre, quando è caduto in un pozzo ormai prosciugato e per questo coperto con legna e plastica.

Un volo di 32 metri tra pareti strette che in qualche modo hanno frenato lo schianto. L’intero villaggio si è subito mobilitato per salvare il piccolo Rayan. I soccorritori hanno dovuto far fronte a smottamenti del terreno che ne hanno ritardato le operazioni. Si è deciso dunque di procedere alla creazione di un tunnel orizzontale che permetta di raggiungere il bambino.

Pare ora di essere a un passo dalla fine della vicenda, ma gli ingegneri hanno messo in luce che gli ultimi due metri rimasti presentano un certo grado di complessità. I lavori sono infatti rallentati dalla presenza di una roccia, dura da frantumare. Proprio contro il masso spingono i tubi inseriti tra il tunnel scavato e il pozzo per consolidare il passaggio di raccordo.

La speranza è che, per quanto simile alla storia di Alfredino, che mobilitò l’Italia intera nel 1981, per Rayan ci sia un esito diverso. Le ultime immagini dal pozzo mostrano che il bimbo si muove; alle 7 di sabato mattina è inoltre riuscito a bere e mangiare. Oltre ad essere a rischio ipotermia, si teme che possa scivolare ancora più in basso. Il pozzo è infatti profondo 60 metri e Rayan da cinque giorni è bloccato all’altezza di 32 metri.

Intanto, sui social l’hashtag #Rayan si diffonde a macchia d’olio. Da tutto il mondo gli occhi sono volti al Marocco, con preghiere e pensieri di speranza affinché il piccolo possa presto tornare alla sua famiglia. Il padre del bambino ha raccontato di aver comunicato con lui: “Gli ho parlato via radio, ho sentito il suo respiro, respira a fatica, ma è vivo”.

(Foto da Askanews)

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Redazione PL