Sicilia, depositi di scorie nucleari nelle province di Tp, Pa e Cl
Si tratta di aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleari derivanti dalle centrali dismesse. Saranno dunque nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta, le quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Ma non solo Sicilia, visto che in altre sei Regioni italiane sono state individuate aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Si tratta di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna.
BENEFICI PER LE COMUNITA’ OSPITANTI
Sul sito del deposito nazionale si legge.” Tutti i paesi nei quali è in corso la realizzazione di depositi per i rifiuti radioattivi hanno adottato un sistema di benefici diretti e indiretti per le comunità che ospitano questi impianti. Non solo come indennizzo per la porzione di territorio che sarà occupata per un lungo periodo, ma anche per riconoscere una forma di valore aggiunto alle comunità che accettano di partecipare alla realizzazione di un servizio essenziale per lo sviluppo del Paese”. Dunque sembrerebbe aprirsi una buona opportunità per la Sicilia.
RICADUTE SOCIO ECONOMICHE
“Il decreto legislativo n.31 del 2010, al fine di massimizzare le ricadute socio-economiche e occupazionali legate al progetto, riconosce al territorio che ospiterà il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico un contributo di natura economica, secondo modalità che gli Enti Locali interessati regoleranno attraverso la stipula di una specifica convenzione con Sogin.”
COINVOLGIMENTO DI ASSOCIAZIONI, UNIVERSITA’ E IMPRESE LOCALI
“Il contributo – si legge ancora – sarà formalizzato con un decreto del ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e con il ministro dell’Economia e delle Finanze”. In particolare, per quanto riguarda il valore aggiunto per le comunità locali dalla costruzione del il Parco Tecnologico, l’idea di affiancarlo al Deposito Nazionale “risponde all’esigenza di consentirne una maggiore integrazione con il territorio che lo ospiterà, attraverso la presenza di attività che potranno essere concordate con le comunità locali. Queste attività saranno in grado di rafforzare il ‘valore aggiunto’ per il territorio, con il coinvolgimento di istituzioni, università, associazioni e imprese locali”.
LA PRESA DI POSIZIONE DI LEGAMBIENTE
Legambiente: “Dopo 6 anni di imperdonabili ritardi è il momento della condivisione e partecipazione. Serve un cambio di passo per trovare una corretta destinazione per i rifiuti radioattivi a bassa e media intensità, mentre per quelle ad alta intensità serve un deposito europeo”. Queste le parole di Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente che continua affermando quanto segue.
“Lo smaltimento in sicurezza dei nostri rifiuti radioattivi è fondamentale per mettere la parola fine alla stagione del nucleare italiano e per gestire i rifiuti di origine medica, industriale e della ricerca che produciamo ancora oggi. La partita è aperta da tempo. Non è semplice ma è urgente trovare una soluzione visto che questi rifiuti sono da decenni in tanti depositi temporanei disseminati in tutta Italia.
“Per questo dal 2015 abbiamo più volte denunciato il ritardo da parte dei ministeri competenti nella pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee. Ora è necessario che si attivi un vero percorso partecipato, che è mancato finora. Per individuare l’area in cui realizzare un unico deposito nazionale. Deposito che ospiti esclusivamente le nostre scorie di bassa e media intensità, che continuiamo a produrre. Mentre, i rifiuti ad alta attività, lascito delle nostre centrali ormai spente grazie al referendum che vincemmo nel 1987, devono essere collocate in un deposito europeo, deciso a livello dell’Unione, su cui è urgente trovare un accordo”.